Anche quest’anno, seppur con un certo ritardo rispetto agli anni precedenti, nella tarda mattinata di ieri, è stato reso pubblico l’elenco dei presbiteri interessati ad un cambiamento di sede nel prossimo anno pastorale 2018-19.
Un ritardo, pensiamo, dovuto a varie cause sicuramente valide, magari di carattere contingente, in relazione ai molteplici impegni pastorali a raggio nazionale e non solo, a cui da Papa Francesco è stato chiamato il nostro arcivescovo-metropolita cardinale don Franco Montenegro.
Che perciò nella lettera, dopo aver ringraziato quanti hanno accolto con disponibilità il suo invito e quello dei suoi collaboratori al cambiamento, per un utile e pastoralmente necessario avvicendamento, ha fissato a breve, per il prossimo 8 settembre, festa liturgica della natività della Madonna, un incontro in episcopio, di “tutti i sacerdoti interessati al cambiamento per un saluto fraterno, per uno scambio di idee e per concordare le date dell’inizio del loro nuovo ministero”.
Da sottolineare nella lettera la particolare menzione ai presbiteri che hanno lasciato “per raggiunti limiti di età e che continueranno a servire la Chiesa diocesana con altri incarichi”. Non solo! Una particolare menzione pure anche “ai sacerdoti provenienti da territori di missione e ai religiosi che, dopo alcuni anni di servizio nella nostra Diocesi, sono stati chiamati dal loro Vescovo e dai loro Superiori ad altri servizi pastorali”.
Perché in relazione alla sensibile diminuzione del Clero, da qualche tempo, anche nella nostra diocesi non solo si è adottata la necessaria strategia delle Unità Pastorali (UP) che inglobano diverse parrocchie sotto la responsabilità di un solo Parroco, ma anche è stata più facilmente accolta e talvolta richiesta la disponibilità di Sacerdoti, provenienti da diverse famiglie religiose a svolgere servizio pastorale, anche solo temporaneamente per alcuni anni, come Parroci, Vicari Parrocchiali, Rettori di Chiese non parrocchiali, ma particolarmente frequentate dai fedeli.
L’elenco delle nomine e degli avvicendamenti di quest’anno appare sensibilmente ridimensionato rispetto ad anni precedenti. E ciò fa pensare ad una situazione in qualche modo più stabilizzata che da diversi punti di vista non manca di produrre benefici effetti e frutti pastorali.
Ridimensionamento e stabilizzazione in conseguenza anche al fatto che questa’anno – come si fa osservare – per la prima volta, sono rimasti al loro posto, in regime di proroga, diversi presbiteri, pur avendo compiuto i nove anni per i quali erano stati nominati.
Ricordiamo infatti che anche il nuovo Codice di Diritto Canonico, per i Parroci, pur consentendo alla Conferenza Episcopale di potere stabilire la nomina “ad tempus”, inizia col richiamare anzitutto il valore della stabilità.
Comunque, in relazione alla nuova situazione pastorale, con Parroci “ad tempus” , ed anche onerati da Unità Pastorali che inglobano diverse Parrocchie, cappelle e rettorie, soprattutto ai fini del decoro e ancora di più delle strutture murarie degli edifici sacri, pare auspicabile, anzi forse necessaria una vigilanza e responsabilità diretta dei competenti Uffici della Curia.
Così, per fare un esempio concreto … al fine utilizzare al meglio, nella nuova situazione socio-politica, il Bando regionale di possibili cantieri scuola per gli Enti di culto.
Perché, un Parroco onerato dalla rappresentanza legale di diversi edifici sacri, di diverse chiese parrocchiali e rettorie, unitamente al lavoro pastorale conseguente, ha poco tempo non solo per riposare, ma anche per leggere le lunghe e complesse normative burocratiche di tipo tecnico-legale della Regione.
E perdere talune opportunità e possibilità, può anche significare il crollo anche solo parziale di edifici sacri, con tutte le prevedibili conseguenze e responsabilità.
Diego Acquisto
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