Grazie al 2-2 dell’andata, è bastato un pari sul proprio campo al Canicattì accedere al turno successivo di Coppa Italia. Ad essere eliminato, a sorpresa, è il quotato Licata , formazione allestita per tentare il salto di categoria.
La partita, scrive il GDS, inizia con 20’di ritardo per una singolare questione regolamentare. Quando l’arbitro e gli assistenti escono dagli spogliatoi per entrare in campo, con il pallone in mano e pronti per la corsa verso il cerchio centrale, i dirigenti del Licata presentano una riserva scritta al signor Papaserio sull’altezza delle due porte. In sostanza i responsabili del club ospite sostengono che, regolamento alla mano, le porte dello stadio Carlotta Bordonaro di Canicattì sono più basse di 15 centimetri rispetto alla misura prevista dalle norme federali. Il direttore di gara, per constatare di persona la fondatezza di quanto lamentato dal Licata, chiede una verifica e così i magazzinieri dello stadio canicattinese devono prendere un metro per misurare l’altezza dei pali: poiché in effetti le incongruenze c’erano, si verifica una situazione surreale, con gli addetti al campo che mettono mano a zappa a pala per togliere un po’ di terriccio, abbassando il livello della linea di porta. Ad operazioni concluse, il fischietto catanese torna a far misurare i pali e stavolta decreta che si può giocare.
Pronti via, il Canicattì inizia ad aggredire e a cercare varchi sulle fasce. Al 6’ viene ammonito il capitano del Licata, Totò Maltese. All’11’, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, padroni di casa vicinissimi alla rete: Lupo impegna Valenti, che con un colpo di reni si supera e con la punta dei guantoni si salva di nuovo in corner. Dopo 5’ è ancora Canicattì: De Luca dalla distanza lascia partire un tiro centrale, facile appannaggio del numero uno licatese. Al 20’ c’è un po’ di confusione in campo, non si risparmiano colpi anche proibiti, dalla panchina protesta Favero che viene ammonito. Anche mister Campanella ha qualcosa da dire all’arbitro e viene allontanato dalla panchina. Giallo anche per Comegna che in una mischia ha avuto uno scatto nervoso. Decisamente meglio i padroni di casa mentre gli ospiti non fanno nemmeno un tiro in porta.
Inizia la seconda frazione di gioco e subito il Canicattì ha la prima occasione: De Luca, servito al volo, di testa vede la palla sfilare di poco a lato. Era passato 1’ dal fischio d’inizio della ripresa. Al 5’ si fa vivo il Licata con una punizione dai 35 metri, battuta benissimo da Marco Cantavenera, che fa il pelo alla traversa. Al 13’ ancora padroni di casa in avanti, con Di Mercurio che la mette in mezzo per De Luca, ma l’arbitro vede un fallo e ferma il gioco. Al 21’ De Luca, solo davanti a Valenti, tira debolmente, dopo essere stato servito benissimo con un assist filtrante da Iraci. Al 22’ il Canicattì protesta per un atterramento in area licatese di Angelo Caronia, ma l’arbitro ammonisce il giocatore per simulazione. Nel finale il Canicattì sfiora la rete, ancora con De Luca, che, servito dall’ottimo Polito, trova soltanto la saracinesca chiusa di Federico Valenti a sbarrargli la gioia del goal. Nei 5’ di recupero finali Licata in avanti alla ricerca di quel gol necessario per qualificarsi, visto il risultato di 2-2 dell’andata. Ma nonostante i tentativi di sfondare la retroguardia canicattinese i giocatori gialloblù non riescono a varcare l’area di porta.
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