AGRIGENTO. I sindaci agrigentini costretti a conferire i rifiuti ad Alcamo, non ci stanno. Gli amministratori contestano il nuovo decreto emesso nei giorni scorsi, dal dipartimento regionale Acqua e rifiuti secondo il quale la città di Canicattì ed altri Comuni dell’Ambito sono obbligati a conferire i rifiuti nel sito di Alcamo.
“Si tratta del decreto numero 808 del 20 luglio scorso – spiega il sindaco Di Ventura – il cui contenuto lascia prevedere serie conseguenze per le casse comunali e, di riflesso, sulle tasche dei contribuenti”. Ieri i sindaci si sono autoconvocati nella sede Srr Ato4 Ag per discutere sul decreto, e poi si sono spostati in Prefettura per esporre le loro preoccupazioni al Prefetto Dario Caputo. I sindaci hanno chiesto l’intervento del rappresentante territoriale del Governo per far sospendere il provvedimento e fissare un incontro col Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.
Si attendono risposte. A seconda dell’esito dell’intervento del Prefetto, i Sindaci si recheranno direttamente a Palermo. A conclusione della riunione i sindaci presenti hanno concordato di inoltrare una mozione alla Regione per chiedere la sospensione immediata del decreto e di autorizzati a continuare a conferire presso gli attuali impianti di smaltimento e trattamento dei rifiuti solidi urbani. Secondo gli amministratori – infatti – “la convenzione da sottoscrivere con l’impianto di Alcamo è oltremodo onerosa, comporta lo sforamento dei costi assunti dalle amministrazioni che hanno approvato i Piani economici finanziari, non consentendo di rispettare gli impegni di spesa e che le clausole vessatorie non sono comunque compatibili con l’ordinamento degli enti locali”.
Infine i sindaci hanno “diffidato la Regione ad istituire con urgenza la richiesta di autorizzazione all’insediamento dell’impianto di Tmb proposto dalla Srr Ato 4 nell’impianto di contrada Cazzola a Canicattì, per ridurre i tragitti di trasporto e consentire la valorizzazione del sito”.
“Un vero e proprio fulmine a ciel sereno su un ambito, quello della gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani, già problematico di suo – dice il sindaco di Canicattì Ettore Di Ventura. Il conferimento nel sito di Alcamo, distante oltre 220 km dalla nostra Città, partirà, venerdì 27 luglio (cioè oggi). Senza alcuna contrattazione, i Comuni interessati si sono visti imporre un contratto che, non solo raddoppia i costi di conferimento portandoli dagli attuali 96 euro a tonnellata a più di 180 euro, ma complica tempi e modalità di conferimento. Il provvedimento della Regione, così, vanifica tutti gli sforzi compiuti per incrementare la raccolta differenziata e conseguire i conseguenti risparmi per le casse cittadine, e sicuramente costringerà a rivedere al rialzo il calcolo della Tari.
“Siamo stanchi di subire questi atteggiamenti da parte della Regione – commenta amareggiato il Sindaco Ettore Di Ventura – stanchi di continuare a subire la mancanza di programmazione e di progettualità in un campo così delicato. Insieme agli altri sindaci dell’ambito stiamo valutando le azioni da intraprendere per resistere a questa ennesima imposizione sulle nostre teste. Rivolgo l’invito al Presidente della Regione Musumeci a bloccare questo nefasto provvedimento e a coinvolgere i comuni in tutte le scelte che li riguardano”.
Ed il Comune di Canicattì fa parte dell’elenco di 10 Comuni agrigentini diffidati dalla Regione per il mancato raggiungimento degli obiettivi nella raccolta differenziata dei rifiuti. Ad aver ricevuto una lettera firmata dal dirigente generale Cocina sono stati, nei giorni scorsi, Burgio, Camastra, Campobello di Licata, Canicattì, Favara, Lampedusa e Linosa, Licata, Naro, Palma di Montechiaro e Ravanusa. Produrrebbero, stando agli ultimi censimenti, più del 70% di rifiuto indifferenziato e dovrebbero quindi predisporre gli atti necessari per smaltire queste tonnellate presso impianti all’estero. Tutti centri che, stando appunto al Dipartimento regionale acque e rifiuti, non avrebbero raggiunto la soglia del 30% di raccolta differenziata, facendo scattare gli obblighi fissati con ordinanza dal presidente della Regione solo pochi mesi fa. Adesso, questi Comuni avranno fino al 31 luglio per opporsi alle richieste – se, ad esempio, contestano il dato attribuitogli sulla differenziata, oppure provvedere a firmare i contratti con ditte straniere apposite che possano accogliere la spazzatura prodotta a partire già da ottobre.
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