AgrigentoOggi
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio
No Result
View All Result
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio
No Result
View All Result
AgrigentoOggi
No Result
View All Result

Home » L’angolo di don Diego » Alcune osservazioni di un vecchio parroco per chi condivide il sogno di una Parrocchia diversa con il richiamo del Tabernacolo

Alcune osservazioni di un vecchio parroco per chi condivide il sogno di una Parrocchia diversa con il richiamo del Tabernacolo

25 Luglio 2018
in L’angolo di don Diego
Share on FacebookShare on Twitter

 

“Sogno una Chiesa tutta protesa a formare gli evangelizzatori. Dove tu vai a Messa una domenica e senti un’aria di famiglia…”.

Leggo e condivido quello che scrive Don Andrea  Brugnoli, un sacerdote “di strada”,  fuori dal comune cliché, con diverse esperienze alle spalle, che tanto fa discutere e tanto prurito ha fatto venire ad alcuni uomini di chiesa  per alcune affermazioni pastorali, parroco a Verona,  nella parrocchia di  San Zeno alla Zai, che è una zona agricolo-artigianale-industriale.

E’ il sogno di questo  Parroco, è condiviso però  da tanti altri Parroci  giovani e non, che spesso si sentono anche un po’ troppo condizionati da tante  tradizioni e consuetudini,  norme  e prescrizioni,  modi di fare e di rapportarsi con i superiori e con gli stessi confratelli,  e con  modelli  organizzativi, che se non proprio nulla, poco  hanno a che fare con quella semplicità, franchezza  e schiettezza   di cui trasudano tutte le pagine del Vangelo.

Il sogno di una Parrocchia-comunità diversa  che si scontra, per esempio, anzitutto con la cosiddetta “pastorale del ricatto” praticata, per esempio,  da chi approfitta del fatto che i genitori vogliono battezzare i figli, o che siano ammessi  alla prima Comunione o alla Cresima, per “obbligarli” a un certo numero di incontri, addirittura anche facendo della partecipazione materiale a questi incontri una “conditio sine  qua non”.

In qualche manuale di pastorale  vengono presentati poi  alcuni modelli di Parrocchia, che malgrado talune valutazioni positive da parte di certa cultura,  tuttavia non soddisfano l’ansia  di quel sogno di una comunità capace di creare  un’aria di famiglia, con  la comune  passione condivisa di  portare le persone all’incontro con Gesù, in cui solo c’è salvezza.

Non soddisfa il modello di “Parrocchia Social, brulicante di volontari, tutti con la barba, i sandali ai piedi e dove si fa un sacco di cose: lavoretti per il Terzo mondo, raccolte equosolidali, vendita di prodotti missionari”.

Non soddisfa il modello di Parrocchia Milàn, che già nella denominazione  dice  tutto,… cioè dove  si usano tutti  i ritrovati tecnologici  più moderni, ed  i preti magari non solo recitano il breviario ma celebrano anche  la Messa con l’i-Pad, e naturalmente  si fanno progetti pastorali con organigrammi complessi e qualificati, proprio “à la page”, previa approvazione con tanto di votazioni in Consiglio Pastorale, in modo che nessuno possa dire che tutto sia stato stabilito dall’alto.

Non soddisfa il modello Parrocchia Asilo, dove si  si organizzano continuamente e si ospitano i bambini,  soprattutto  per venire incontro ai genitori  che lavorano. E poi magari un po’ anche con lo stesso criterio.  si organizzano campi scuola e grest quando le scuole sono chiuse; si fanno feste di compleanno e di  onomastico,  di fidanzamento e di anniversari di matrimonio.  Non solo !  si favorisce pure l’uso dei locali per  riunioni condominiali e  per discutere  particolari problemi che riguardano il  quartiere.

Al netto di queste esperienze, credo che forse la  cosa  davvero fondamentale e principale  dovrebbe essere quella di  formare  un gruppo di persone motivate e davvero in comunione, partendo anche da zero. E  solo dopo  pensare  alle attività ! non viceversa, come purtroppo spesso si fa  di pensare subito alle attività per attirare persone  da lanciare nelle attività vecchie e nuove per coinvolgerle , facendo leva su questo sentimento di protagonismo che facilmente si annida nell’animo umano, prima ancora del desiderio di  una seria  e sincera formazione.

Gesù ricordava spesso ai suoi di essere venuto non per essere servito, ma per servire e che quando si è  costituiti in autorità, per  risultare graditi a Dio, si deve avere  un anelito  più profondo di servire,  utilizzando al meglio i propri talenti.

A questo scopo piena condivisione a quello che dice don Andrea Brugnoli  che non apprezza le “riunioni verbose”,  i “ catechismi antropologici”, che, secondo lui, “hanno formato ben pochi cristiani veri”. Non solo !  Spesso  il catechismo “si limita a un moralismo terzomondista che persino un extracomunitario troverebbe risibile e anti-storico”.

“La chiesa», dice, “è la casa di Dio, dove Lui solo deve parlare. La gente deve vedere che in chiesa si entra per dare gloria a Dio e a Dio solo”.

E per questo, centralità del Tabernacolo, purtroppo spesso messo in disparte perché “dopo il Concilio, al posto di Gesù, si sono messi i preti con la loro sedia”.

 Osservazioni  senz’altro pungenti queste ultime, forse anche pastoralmente discutibili ! ma che tuttavia meritano comunque  rispetto ed attenzione.  Perché appare evidente  che oggi tanta buona gente non sente  per nulla o comunque assai poco il richiamo del tabernacolo.

E proprio ieri, una brava persona che era venuta per conferire con me… da me invitata a pazientare un po’,… la trovo al centro della Chiesa, in una posizione  insolita, per potersi meglio rivolgere e  contemplare il grande Crocifisso di un altare  laterale.

Si è sorpresa quando Le  ho detto che – con tutto il rispetto per il Crocifisso –  il padrone di casa era altrove !

Sì, ho detto il  Padrone di Casa, che è  vivo, presente e reale….ed è a nel tabernacolo. Al centro dell’altare  maggiore-centrale, con due lumini,  con   un’aureola  di luce attorno a quella porticina che chiude la sua casetta.  Che unicamente conserva quella preziosa presenza.

Diego Acquisto

 

Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp

Previous Post

Confcommercio: Tari sempre più salata, in provincia di Agrigento tassazione maggiore

Next Post

“Treni storici del gusto”, al via i primi appuntamenti in Sicilia

Testata iscritta al n.289 – Registro Stampa Tribunale di Agrigento in data 18 Settembre 2009 – Direttore Domenico Vecchio – P.I. 02574010845 – Copyright © 2009 – 2025 – [email protected] Iscrizione ROC n.19023

Per la tua pubblicità su agrigentooggi.it

Copyright © 2023

No Result
View All Result
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio

Copyright © 2025

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist

No Result
View All Result
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio

Copyright © 2025