AGRIGENTO. Dopo la protesta che lo ha portato ad incatenarsi al palo della pubblica illuminazione di Palazzo San Domenico, sede del municipio di Agrigento, a fare lo sciopero della fame e a dormire in una tenda improvvisata in piazza Pirandello, l’ex consigliere comunale e presidente dell’associazione “Mani libere”, Giuseppe Di Rosa torna alla carica. Non si rassegna al silenzio che si registra sul mancato deposito della sentenza della Corte dei Conti che dovrà esprimere il proprio giudizio sull’operato dell’attuale sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, quando era amministratore a Porto Empedocle, comune che ha dovuto dichiarare il dissesto finanziario. Stavolta Di Rosa scrive direttamente al capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Ecco il testo della lettera al presidente della Repubblica, Mattarella:
“Dopo una profonda riflessione il movimento “Mani Libere” di Agrigento che ho l’onore di rappresentare abbiamo deciso di indirizzare questa breve lettera a Lei nel suo Ruolo di Capo dello Stato nonché di garante della Costituzione e quindi anche di controllore contro gli abusi e le inerzie compiute dagli Organi dello Stato.
In particolar modo Le chiediamo un suo intervento in merito alla stasi ad oggi in atto della Corte dei Conti di Palermo, sulla sentenza nei confronti dell’attuale Sindaco di Agrigento Calogero Firetto riferita alla Citazione in Giudizio dalla Procura della Corte guidata da Gianluca Albo, per danno erariale al Comune di Porto Empedocle, oggi in dissesto finanziario, il quale ha ricoperto il ruolo di Sindaco per due legislature, infatti dopo l’udienza davanti la sede giurisdizionale del 28 Febbraio 2018, ad oggi nessun pronunciamento in merito.
Il 6 Luglio abbiamo avviato una pacifica protesta davanti il Comune di Agrigento incatenandomi ad un palo della luce e proclamando lo sciopero della fame, rimanendo li giorno e notte sino all’11 Luglio u.s., solo dopo un peggioramento delle mie condizioni fisiche e di gravi motivi familiari, e dopo l’intervento del Questore di Agrigento Maurizio Auriemma che su mandato del Prefetto di Agrigento Dario Caputo è venuto ad accertarsi delle mie condizioni facendomi sentire vicino le istituzioni, ho dovuto sospendere la mia protesta.
Nel sottolinearLe che Noi non chiediamo condanne ma semplicemente vogliamo la verità su chi attualmente si trova a Governare la Nostra Città di Agrigento, e solo attraverso questa sentenza possiamo ottemperare l’esercizio del Nostro diritto di informazione e di trasparenza.
Ci appelliamo al Suo ruolo di Garante della Costituzione e alla Sua sensibilità istituzionale perché intervenga nei modi che riterrà più opportuni.
Auguri di buon lavoro, Signor Presidente”.
Ma non finisce qui, perché Di Rosa ha scritto anche al presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, alla sezione di controllo diretta da Maurizio Graffeo, alla sezione giurisdizionale diretta da Luciana Savagnone ed al Procuratore regionale, Gianluca Albo. La lettera è stata inoltre indirizzata al Prefetto, Dario Caputo, al vice presidente del Consiglio dei ministri, Luigi Di Maio, al deputato del M5S, Michele Sodano, ed al parlamentare regionale del M5S, Giancarlo Cancelleri.
QUESTO IL TESTO
dopo una profonda riflessione insieme al movimento “Mani Libere” di Agrigento che ho l’onore di rappresentare abbiamo deciso di indirizzare questa breve lettera a voi esponenti di Organi dello Stato e di Organi Politici in rappresentanza dei territori nonché di garanti della Costituzione e quindi anche di controllori contro gli abusi e le inerzie compiute dagli Organi dello Stato.
In particolar modo Vi chiediamo, ognuno per le proprie competenze, il Vostro intervento in merito alla stasi ad oggi in atto della Corte dei Conti di Palermo, sulla sentenza nei confronti dell’attuale Sindaco di Agrigento Calogero Firetto riferita alla Citazione in Giudizio dalla Procura della Corte guidata da Gianluca Albo, per danno erariale al Comune di Porto Empedocle, oggi in dissesto finanziario, il quale ha ricoperto il ruolo di Sindaco per due legislature, infatti dopo l’udienza davanti la sede giurisdizionale del 28 Febbraio 2018, ad oggi nessun pronunciamento in merito.
Il 6 luglio abbiamo avviato una pacifica protesta davanti il Comune di Agrigento incatenandomi ad un palo della luce e proclamando lo sciopero della fame, rimanendo li giorno e notte sino all’11 Luglio u.s., solo dopo un peggioramento delle mie condizioni fisiche e di gravi motivi familiari, e dopo l’intervento del Questore di Agrigento Maurizio Auriemma che su mandato del Prefetto di Agrigento Dario Caputo è venuto ad accertarsi delle mie condizioni facendomi sentire vicino le istituzioni, ho dovuto sospendere la mia protesta.
Nel sottolinearVi che Noi non chiediamo condanne ma semplicemente vogliamo la verità su chi attualmente si trova a Governare la Nostra Città di Agrigento, e solo attraverso questa sentenza possiamo ottemperare l’esercizio del Nostro diritto di informazione e di trasparenza.
Ci appelliamo ai Vostro Ruoli di Garanti della Costituzione e alla Vostra sensibilità istituzionale perché interveniate nei modi che riterrete più opportuni.
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