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Home » evidenza » Rintracciato ed arrestato Angelo Gammino: era il mandante dell’omicidio Smiraglia

Rintracciato ed arrestato Angelo Gammino: era il mandante dell’omicidio Smiraglia

30 Giugno 2018
in evidenza
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CAMPOBELLO DI LICATA. E’ accusato di aver fatto uccidere, quasi 30 anni fa, Campobello di Licata, un suo compaesano per un regolamento di conti all’interno di faide mafiose. Adesso, a distanza di tutti questi anni si sono riaperte le porte del carcere per Angelo Gammino, campobellese di 68 anni che nel frattempo si era a Lissone, in Brianza, sperando di non essere mai rintracciato. Ma i Carabinieri  lo hanno beccato e arrestato, anche se per le sue precarie condizioni di salute l’uomo è stato provvisoriamente ricoverato in una casa di cura, piantonato dai Carabinieri. Gambino, nel 1989 era stato il mandante dell’omicidio di Giovanni Smiraglia per  un regolamento di conti in una faida tra alcuni clan mafiosi.

Deve scontare 12 anni di carcere per omicidio aggravato. Per un lungo periodo il 68enne fu latitante: venne individuato e poi arrestato a Barcellona, in Spagna. Dopo l’arresto, ad ottobre 2016, gli era stata sospesa l’esecuzione della pena, ripristinata proprio ieri. I militari dell’Arma di Lissone lo hanno intercettato. L’omicidio di mafia si consumò nell’agosto del 1989. Un regolamento di conti per droga finito nel peggiore dei modi: Gammino sbagliò persona e uccise Giovanni Smiraglia anziché suo fratello Giuseppe. E qui entra in scena Angelo Gammino, nipote di Diego Ingaglio (ucciso a Naro nell’ottobre 1991).

Gammino viene condannato alla pena di 30 anni per essere il mandante dell’omicidio Smiraglia ma non si trova. E’ latitante. E ci resta fino al 2001 quando, per una pura casualità, viene scovato dalla Squadra Mobile di Milano a Barcellona, in Spagna. Un funzionario della sezione criminalità organizzata della Questura di Milano lo riconosce mentre passeggia, insieme alla compagna, in calle d’Argò, una trafficatissima via catalana. Estradato in Italia, è stato subito trasferito a Rebibbia dove, prima di essere scarcerato nel 2016 per motivi di salute, ha il tempo di assistere alla “spettacolare” fuga del fratello ergastolano Gioacchino – ergastolano e detenuto insieme a lui a Roma – evaso nel 2002 dal penitenziario mentre si girava un film per la Rai. Anche prima sparire nel nulla gli inquirenti avevano seguito le sue tracce partendo proprio da quella zona.  Il 19 giugno scorso il tribunale di Palermo ha ripristinato la misura, per i 12 anni ancora da scontare.

I carabinieri di Desio (stazione di Lissone) lo hanno raggiunto a casa sua per notificargli il ripristino della pena. Al momento Gammino si trova quindi ai domiciliari, in attesa della valutazione sulle sue condizioni di salute per capire se sono compatibili con il carcere. Sul caso indagò anche il giudice Giovanni Falcone.

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