Agrigento Caltanissetta in 40 minuti? Tra sei mesi sarà possibile con la statale 640 ultimata.
AGRIGENTO. Altri sei mesi d’attesa, dunque, per vedere – e percorrere – una statale, la 640 che collega Agrigento con Caltanissetta, con quattro corsie: due per senso di marcia. Una via, già denominata «Strada degli scrittori», che attualmente collega i due capoluoghi in circa 40 minuti.
Lo scrive oggi nella pagina nazionale il Giornale di Sicilia a firma di Concetta Rizzo.
I 67 chilometri indicati nel cartello collocato ai piedi del tempio di Giunone, dove comincia la statale 640, si sono già abbassati, nonostante le deviazioni ancora presenti sul versante nisseno, a 49. Lo scenario – nonostante lo spartitraffico sia ricolmo di erbacce e vi siano i rifiuti abbandonati nelle piazzole di sosta, soprattutto in territorio Agrigentino, – è incantevole ed è anche significativo: la statale prima passa dalla stele in memoria del giudice Rosario Livatino e poi, in territorio Nisseno, davanti al murales dedicato al giudice Antonino Saetta, entrambi uccisi dalla mafia.
Il raddoppio è stato finanziato con i fondi del Programma Operativo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale P.O. Fesr Sicilia 2007-2013. Il primo lotto della nuova statale 640, il versante Agrigentino, aperto il 28 marzo del 2017, ha comportato un investimento complessivo pari a 535 milioni di euro e sono stati realizzati 31,200 chilometri di nuovo tracciato. I lavori del secondo lotto, su 28 chilometri del lato nisseno fino all’innesto con l’autostrada A19 Palermo-Catania, stanno costando invece complessivamente 990 milioni di euro.
Sul versante Agrigentino, prima di cominciare a sognare – percorrendo una strada che sembra essere quella del Nord Italia – bisogna, lasciandosi alle spalle la rotonda Giunone che è sottostante all’omonimo tempio, percorrere 3 chilometri e 100 metri. Tre chilometri su un’unica carreggiata a doppio senso di marcia, un volto – quello iniziale della statale 640 – mai cambiato: con vecchi guard-rail che fanno bella mostra, con dissesti e avvallamenti. All’altezza dell’innesto di via Papa Luciani, che permette l’ingresso ad Agrigento, c’è la rotonda San Pietro dove è stato collocato il gigantesco cartellone con tutti i visi degli scrittori commemorati. Una rotonda forse troppo grande che, sull’opposto senso di marcia, ha già determinato, a causa dell’improvviso restringimento, qualche incidente stradale. Negli ultimi giorni sono stati collocati, per avvisare gli automobilisti, dei dissuasori di velocità. Ma dalla rotonda San Pietro in avanti, seppur fra sacchetti di spazzatura e rifiuti d’ogni genere abbandonati in tutte le piazzole di sosta, è il momento del sogno ad occhi aperti. L’asfalto è nuovissimo, non ci sono dissesti, esistono e sono funzionanti gli impianti di illuminazione pubblica per ogni bivio: Favara, Racalmuto, Castrofilippo, Canicattì.
Tornando indietro, verso Agrigento, sempre sul lotto Nisseno, non può passare inosservata la galleria «Caltanissetta»: è quella per cui è stata utilizzata una fresa Tunnel Boring Machine, battezzata «Barbara» in omaggio della santa protettrice dei minatori, la più grande mai utilizzata dall’Anas. Non è ancora percorribile e la statale 640 è ancora ben distante dal raggiungerla. La galleria sottopassa la collina di San’Elia – per realizzarla sono stati spesi circa 210 milioni di euro – con doppia canna, una per senso di marcia, e consentirà di disporre di una corsia di emergenza per tutta l’estensione. Lo scavo delle canne, in direzione dell’autostrada, è durato 545 giorni effettivi. Per il secondo lotto, avviato nel 2012, sono stati previsti 6 svincoli, in adeguamento a quelli esistenti, un cavalcavia, sette sottovia scatolari, 14 viadotti, 5 gallerie artificiali e 4 gallerie naturali.
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