AGRIGENTO. Lo “scontro” è tutto al femminile e “pervade” le stanze “dorate” del Palazzo municipale. Tra Nuccia Palermo (eletta nella lista di Sicilia futura ma adesso passata al gruppo misto come indipendente) e Marcella Carlisi (unica consigliera rimasta nel Movimento Cinque stelle) non corre “buon sangue”. Il terreno di scontro è il Consiglio comunale che oggi è diventato teatro – della rivalità tra Palermo e Carlisi.
MA COSA E’ SUCCESSO IN CONSIGLIO COMUNALE?
Nuccia Palermo: “Mentre stavo parlando, la consigliera Carlisi ha iniziato a tirarsi i capelli. Si tira i capelli. Io ho chiesto il prelievo del punto all’ordine del giorno per discutere della situazione politica e verifica della maggioranza a sostegno del sindaco Firetto. Avrei voluto analizzare la situazione, iniziando un percorso lineare, per giungere, anche eventualmente, ad una mozione di sfiducia. Ma per una questione di correttezza nei confronti della città, di chi ti ha votato, è giusto seguire quindi un percorso. Ho fatto questa richiesta di prelievo e lei è immediatamente interviene lei dicendo che c’era già un atto, presentato da lei e dal suo movimento, che è la mozione di sfiducia. A questo punto io dico: Collega, quello è l’atto finale. E’ giusto andare a contarci in Consiglio, capire chi è passato in maggioranza, se ce ne sono e chi è all’opposizione. Dopo di che andare ad analizzare lo stato reale della città che è in ginocchio. A questo punto lei ha iniziato ad inveire contro di me e chiedendo alla presidente del Consiglio comunale di buttarmi fuori. Mentre fa una sorta di danza della pioggia e si tira i capelli. Io dico – collega mi faccia parlare. Non è normale questo atteggiamento. Questo perchè ci sono molti attivisti Cinque stelle che hanno una simpatia nei miei confronti e lei ha paura.Ma non puoi fare così.
Marcella Carlisi: “Come al solito le sedute del Consiglio comunale sono “monopolizzate” dalla consigliera Palermo. Abbiamo un Consiglio in stallo, perchè dopo aver discusso i debiti fuori Bilancio, la consigliera Palermo si alza, dice di avere una mozione d’ordine e comincia a parlare. Lei cerca di far passare i suoi punti davanti agli altri, per cui il lavoro deve essere concentrato su di lei. In questa fase ha voluto parlare della situazione politica presente in Consiglio comunale. Dopo aver parlato Civiltà e Gibilaro prendendosi tutti i tempi che volevano, dicendo tutto quello che volevano ed avendo anche lo spazio per la replica, sono intervenuta io per i miei tre minuti ed appena ho nominato la parola “sfiducia” la collega Palermo, come si vede dal video, praticamente comincia ad andare in escandescenza e cerca di non farmi parlare. Ormai mi comprimo nel mio fare il consigliere, perchè appena io mi alzo e dico una cosa, questa qui mi deve attaccare. E’ un attacco continuo, una continua sospensione. E che dobbiamo fare? Se purtroppo non c’è chi sa reggere l’aula non possiamo andare avanti. Questa volta mi sono talmente arrabbiata, tra l’altro, perchè io nei miei tre minuti non ho detto niente, ma appena ho parlato della sfiducia mi hanno bloccata, impedendomi di parlare. Apriti cielo. Ma concludo: se ne volete parlare, parliamone. Se serve a mettersi un gettone di presenza in tasca, fate pure. Il mio intervento è stato scassato, bloccato, la presidente non mi ha fatto parlare, mentre agli altri colleghi maschi tutto è stato consentito, non solo non ha redarguito la collega (Palermo), ma ha continuato a far parlare di me. Appena infatti la Palermo si è alzata ed ha cominciato a parlare di me (parlava di qualcuno che aveva proposto la sfiducia) io mi sono solo limitata ad agitare le mani come fa lei, senza proferire parola. In una situazione di bailamme dove in Consiglio comunale non è più possibile che questa si alza e parla per 50, 70 minuti, un’ora e mezza. Lei si alza 40 volte. Devo parlare di questo, e si alza. Usa la mozione d’ordine pure per fare il pettegolezzo. La presidente non riesce a tenerla a bada. La signora si fa le auto riprese, le esibizioni in Consiglio comunale. E’ tutto fatto per l’esibizione non per un servizio pubblico”.
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