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Home » evidenza » Duty Free: iniziato il dibattimento. Chiesta la nullità delle intercettazioni

Duty Free: iniziato il dibattimento. Chiesta la nullità delle intercettazioni

25 Maggio 2018
in evidenza
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AGRIGENTO. Dopo le otto assoluzioni e le tre condanne dello stralcio abbreviato entra nel vivo il dibattimento per i dodici imputati dell’inchiesta “Duty free” che ipotizza un giro di tangenti, sotto forma di regalie e favori di varia natura, in cambio di annullamenti di sanzioni tributarie, all’Agenzia delle Entrate di Agrigento.

Gli avvocati che compongono il collegio difensivo hanno ritenuto le intercettazioni telefoniche e ambientali non utilizzabili “perchè disposte nell’ambito di un altro procedimento”.

Davanti al collegio di giudici presieduto da Antonio Genna (a latere Enzo Ricotta e Rossella Ferraro), dopo che il pm Emiliana Busto, all’udienza precedente, aveva illustrato i mezzi di prova, i difensori – in particolare l’avvocato Francesco Gibilaro – si sono opposti all’utilizzo delle intercettazioni e hanno chiesto di dichiarare inutilizzabili alcuni atti di indagine.

Chiesta pure l’inutilizzabilità di alcuni atti di indagine perchè “svolti oltre i termini previsti dalla data dell’iscrizione”.

Gli imputati sono dodici. Si tratta di Antonio Vetro, 48 anni, di Favara, consulente del lavoro; Vincenzo Tascarella, 64 anni, di Agrigento; Giuseppe Cumbo, 65 anni, di Agrigento; Giuseppe Castronovo, 58 anni, di Favara; Filippo Ciaravella, 65 anni, di Agrigento; Piera Callea, 52 anni, di Favara; Angelo Pagliarello, 60 anni, di Campobello; tutti funzionari dell’Agenzia; Salvatore La Porta, 43 anni, di Porto Empedocle, socio e amministratore della Metalmeccanica agrigentina; i medici Giovanni Crapanzano, 69 anni, di Favara, e Santo Pitruzzella, 67 anni, anche lui di Favara, estranei al giro di tangenti che coinvolge imprenditori e funzionari ma accusati di avere rilasciato falsi certificati ad alcuni ispettori dell’Agenzia, e i ristoratori favaresi Giuseppe Costanza, 33 anni e il padre Salvatore, 67 anni, accusati di avere rilasciato una falsa attestazione per alcuni rimborsi al funzionario Cumbo.

Fra le accuse contestate la corruzione, l’abuso di ufficio e la truffa. Le ipotesi di corruzione relative agli imputati dello stralcio abbreviato (fra cui l’ex direttore dell’Agenzia Pietro Pasquale Leto e l’imprenditore Marco Campione, accusati di avere barattato l’assunzione della figlia del funzionario a Girgenti Acque con l’annullamento di una sanzione tributaria) sono state escluse dal giudice.

Il tribunale si è riservato di decidere e, intanto, ha fissato per il 12 luglio l’audizione dei primi testimoni. Si tratta di due ufficiali della Guardia di Finanza che hanno condotto le indagini.

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