AGRIGENTO. Dopo le otto assoluzioni e le tre condanne dello stralcio abbreviato entra nel vivo il dibattimento per i dodici imputati dell’inchiesta “Duty free” che ipotizza un giro di tangenti, sotto forma di regalie e favori di varia natura, in cambio di annullamenti di sanzioni tributarie, all’Agenzia delle Entrate di Agrigento.
Gli avvocati che compongono il collegio difensivo hanno ritenuto le intercettazioni telefoniche e ambientali non utilizzabili “perchè disposte nell’ambito di un altro procedimento”.
Davanti al collegio di giudici presieduto da Antonio Genna (a latere Enzo Ricotta e Rossella Ferraro), dopo che il pm Emiliana Busto, all’udienza precedente, aveva illustrato i mezzi di prova, i difensori – in particolare l’avvocato Francesco Gibilaro – si sono opposti all’utilizzo delle intercettazioni e hanno chiesto di dichiarare inutilizzabili alcuni atti di indagine.
Chiesta pure l’inutilizzabilità di alcuni atti di indagine perchè “svolti oltre i termini previsti dalla data dell’iscrizione”.
Gli imputati sono dodici. Si tratta di Antonio Vetro, 48 anni, di Favara, consulente del lavoro; Vincenzo Tascarella, 64 anni, di Agrigento; Giuseppe Cumbo, 65 anni, di Agrigento; Giuseppe Castronovo, 58 anni, di Favara; Filippo Ciaravella, 65 anni, di Agrigento; Piera Callea, 52 anni, di Favara; Angelo Pagliarello, 60 anni, di Campobello; tutti funzionari dell’Agenzia; Salvatore La Porta, 43 anni, di Porto Empedocle, socio e amministratore della Metalmeccanica agrigentina; i medici Giovanni Crapanzano, 69 anni, di Favara, e Santo Pitruzzella, 67 anni, anche lui di Favara, estranei al giro di tangenti che coinvolge imprenditori e funzionari ma accusati di avere rilasciato falsi certificati ad alcuni ispettori dell’Agenzia, e i ristoratori favaresi Giuseppe Costanza, 33 anni e il padre Salvatore, 67 anni, accusati di avere rilasciato una falsa attestazione per alcuni rimborsi al funzionario Cumbo.
Fra le accuse contestate la corruzione, l’abuso di ufficio e la truffa. Le ipotesi di corruzione relative agli imputati dello stralcio abbreviato (fra cui l’ex direttore dell’Agenzia Pietro Pasquale Leto e l’imprenditore Marco Campione, accusati di avere barattato l’assunzione della figlia del funzionario a Girgenti Acque con l’annullamento di una sanzione tributaria) sono state escluse dal giudice.
Il tribunale si è riservato di decidere e, intanto, ha fissato per il 12 luglio l’audizione dei primi testimoni. Si tratta di due ufficiali della Guardia di Finanza che hanno condotto le indagini.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
