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Home » L’angolo di don Diego » La Chiesa di Francesco incarnata nella storia con la sua fede ed il coraggio della sua fragilità

La Chiesa di Francesco incarnata nella storia con la sua fede ed il coraggio della sua fragilità

19 Maggio 2018
in L’angolo di don Diego
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 La Chiesa è quella di Gesù,  che Lui stesso ha affidato a Pietro e quindi ai suoi successori, ultimo nel tempo Francesco, “venuto dalla fine del mondo”, perché dalla lontana Buenos Aires è stato chiamato ad essere vescovo di Roma, dove il principe degli apostoli sul colle vaticano, nella prima grande persecuzione scatenata dall’imperatore Nerone,  versò il suo sangue  per testimoniare la signoria del Crocifisso-Risorto, Gesù di Nazareth, Uomo-Dio.

Questa Chiesa Cattolica che non deve mai avere  paura della verità e che  ha oggi il coraggio di riconoscere la sua fragilità, anche chiedendo ufficialmente scusa e perdono, per ‘ “gravi errori ed omissioni” commessi nel servizio pastorale,  con l’impegno ed il proposito fermo  di riparare  per quanto umanamente possibile i danni  provocati.

Ed il riferimento ai fatti  che si sono svolti in Cile, dove la Chiesa è rimasta duramente colpita  dallo scandalo di alcuni abusi sessuali nei confronti di minori e successive coperture.

Non stiamo qui a riferire quello che già si sa e che i mass-media, compiendo il loro dovere di informazione, hanno esattamente scritto dopo la visita del Papa in Cile ed in Perù nel gennaio scorso, su eventuali abusi su minori, con conseguente  polemica su alcune  parole del Papa.

Trascriviamo solo le parole di Papa Francesco che ammettendo pure di avere sbagliato ad usare in modo non appropriato qualche parola, con franchezza papale, alla precisa domanda di un giornalista ha testualmente risposto: “…..Ho usato il termine “prova” e ho detto: “Il giorno che avrò una prova parlerò”. Purtroppo so che molta gente abusata non può mostrare delle prove, non le ha e non può averle, o se l’ha si vergogna. Recentemente, ad esempio, ho incontrato una donna abusata di 40 anni, sposata con tre figli. Questa donna non riceveva più la comunione perché nella mano del prete vedeva la mano dell’abusatore.  Il dramma degli abusati è tremendo. Cosa provano le vittime? A loro devo chiedere scusa, perché la parola “prova” ha ferito, la mia espressione non è stata felice. Chiedo scusa se ho ferito senza accorgermi, senza volerlo, mi fa tanto dolore. Sentire che il Papa dice loro “portatemi una lettera con la prova” è uno schiaffo. Perciò non voglio più usare il termine prove…..”.

Questo è sicuramente il passaggio centrale, sufficiente a capire la gravità della situazione, che con la necessaria serietà è stata affrontata nei giorni appena trascorsi in un’apposita riunione di tutti e 34 i Vescovi cileni, appositamente convocati in Vaticano, per “un discernimento franco di fronte ai gravi fatti che hanno danneggiato la comunione ecclesiale e indebolito il lavoro della Chiesa in Cile negli ultimi anni”.

Proprio ieri, al termine dei tre giorni di incontri, con “molte ore dedicate alla meditazione e alla preghiera” tutti i vescovi cileni hanno maturato la decisione  di offrire  al Papa le loro dimissioni, perché egli possa liberamente decidere,  nell’esercizio del suo primato di servizio come voluto da Gesù. E tutto nella piena disponibilità che ciascun vescovo  ha manifestato nell’aderire e collaborare  per tutti quei cambiamenti e quelle risoluzioni che dovranno essere  poste  in essere nel breve, medio e lungo termine, necessari per ristabilire la giustizia e la comunione ecclesiale col popolo di Dio.

Una prova di grande coraggio e maturità che dovrebbe  indurre a riflettere e non solo all’interno della Chiesa, ma anche in altri ambienti, politici e non, che magari talvolta alzano orgogliosamente la bandiera della sana laicità, ma dove non raramente invece  la verità viene soffocata ed il malcostume può continuare indisturbato.

Per la Chiesa sicuramente una prova, anche dura e sicuramente sconvolgente. Una prova che  richiama alla   grande verità che nessuno mai, qualsiasi ruolo occupi,  deve sentirsi confermato in grazia e stare sempre in guardia.

La Chiesa istituita da Gesù è umana e divina ad un tempo; perciò tenendo conto della sua umana fragilità, confida e si affida al suo divino fondatore, che l’ha assicurata della sua presenza  per il superamento anche dei momenti più tempestosi.

Diego Acquisto

 

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