INAMMISSIBILE quanto dichiarato e sottoscritto dall’assessore regionale all’istruzione Lagalla!
Dal prossimo anno studentesse e studenti dovranno frequentare per ben 4 giorni in più, con l’anticipazione dell’inizio delle lezioni al 12 settembre, la riduzione di un giorno delle vacanze di Natale e lo regolare svolgimento delle lezioni nella data del 15 maggio, festa dell’autonomia regionale siciliana.
Come se non bastasse, le attività curricolari si svolgeranno per 200 giorni e solamente 11 giorni saranno dedicati alle attività esterne, viaggi d’istruzione e uscite scolastiche inclusi!
Siamo le studentesse e gli studenti che in autunno hanno inondato le piazze di tutta Italia per rivendicare un vero diritto allo studio e un’alternanza scuola-lavoro di qualità, che non fosse sfruttamento ma un’esperienza realmente formativa. Abbiamo condotto una riflessione ampia e costante sui tempi di vita degli studenti nella società odierna, su come oggi le attività curricolari scandiscano le nostre giornate secondo incastri di impegni che non lasciano tempo per pensare, tra lezioni mattutine, studio pomeridiano e alternanza.
Oggi frequentiamo scuole in cui la didattica è sempre più stressante e competitiva, fonte di nervosismo e sempre più dispensatrice di nozionismo, sempre meno realmente formativa nella costruzione di un pensiero critico.
Riteniamo che la designazione di così pochi giorni (solo 11!), da dedicare ad attività alternative alle lezioni curricolari, costituisca una reale delegittimazione del ruolo dei canali extrascolastici, quali cinema, teatro e non solo, importanti nella formazione personale e collettiva degli studenti, nonché contribuisca all’inasprimento e all’avanzamento del processo di riduzione della conoscenza a mera sequenza di nozioni e contenuti da apprendere acriticamente.
Oggi è il 7 maggio, a livello nazionale data di inizio dei test INVALSI, prove a risposta multipla sulla base delle quali vengono valutate le scuole a partire dal rendimento di chi le frequenta: studentesse e studenti che vengono giudicati tenendo conto solo di crocette scritte su un foglio e non del loro vissuto, delle loro inclinazioni, delle loro situazioni personali e familiari. Il tutto ha un costo statale di 14 milioni annui spesi con l’intenzione di redigere valutazioni che, in ultima analisi, non sono indicative né della reale formazione di studentesse e studenti né delle scuole che frequentano.
Questa didattica non è a misura di studente! Vogliamo un vero cambiamento dei luoghi della formazione e della didattica, a partire dall’approvazione della nostra proposta di legge regionale per il diritto allo studio #idirittinonsiisolano, per la costruzione di una scuola inclusiva e di qualità, non dove #sesbagliseifuori!
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