CAMPOBELLO DI LICATA. La situazione di degrado in cui versa l’area industriale Campobello – Ravanusa, posta al confine territoriale tra i due Comuni agrigentini, è stata oggetto di attenzione da parte del capogruppo del Partito democratico, Calogero Calà.
“Durante la visita del Prefetto di Agrigento in municipio – dice Calà – il sindaco, Gianni Picone ha fatto un lungo elenco delle cose di cui il Comune avrebbe necessità, ma che non ricadendo nelle sue competenze, non può intervenire. Il Prefetto ha promesso di occuparsi di alcune di esse. Tra queste, è stata segnalata anche la zona industriale. È una assoluta vergogna ed un chiaro esempio di sperpero del pubblico denaro. Una zona che dopo tanti anni di insediamenti produttivi, non è stata ancora portata alla normale efficienza che permetta alle aziende di operare al meglio”.
Calà elenca una serie di problematiche: “Imprenditori che hanno investito per ritrovarsi senza nessun servizio: carenza assoluta di acqua; illuminazione pubblica che resiste d’estate e va in tilt alle prime piogge; collegamenti telematici ad intermittenza e lentissimi; un centro direzionale costato qualche milione di euro, completamente devastato; lo svincolo in entrata da Licata ancora chiuso per un contenzioso tra Anas ed Irsap, provocando seri rischi alla circolazione stradale; segnaletica assente e quella poca rimasta sparacchiata ed illeggibile; le vie interne piene di crepe ed il transito (vietato) di mezzi cingolati; il tutto condito con un ambiente sporco all’inverosimile e igienicamente pericoloso. Insomma tutto quello che in una zona industriale non dovrebbe esistere”.
Dal Pd campobellese quindi arriva l’esortazione, soprattutto all’Irsap per restituire decoro alla zona e servizi efficienti agli imprenditori. “A parole siamo tutti per il rilancio economico ed industriale dei nostri disastrati territori –aggiunge con amarezza Calà – ma si lasciano gli imprenditori abbandonati al loro destino. Hanno forse osato troppo a credere negli investimenti in Sicilia? Le richieste di incontro urgente del Sindaco Gianni Picone con l’Assessore Regionale alle attività produttive, del 9 gennaio 2018 e dello scorso 4 aprile, non hanno sortito neanche una risposta. Pensiamo che sia ora che qualcuno si assuma una qualche responsabilità, e per questo ci rivolgiamo all’assessorato regionale ed al commissario ad acta, Giovanni Perino, affinché ci facciano conoscere le loro intenzioni. Analoghe richieste erano state avanzate al precedente Governo Regionale e, anche da questo, puntualmente disattese”.
Al consigliere del Pd fanno eco gli imprenditori che hanno ubicato le proprie attività nella zona industriale. “Il posto in cui abbiamo costruito i nostri capannoni industriali, ha tutti i connotati di un territorio martoriato da un costante bombardamento: un polo tecnologico ridotto a carcassa, la gran parte dei capannoni saccheggiati dai vandali, assenza di servizi essenziali, illuminazione insufficiente, condizioni di sicurezza pari allo zero”.
Si attende adesso una replica da parte dell’assessorato regionale alle Attività produttive e da parte dell’Irsap che gestisce la struttura.
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