AGRIGENTO. Il presidente del Consorzio universitario, Pietro Busetta non ci sta: rompe gli indugi e rilascia una lunga dichiarazione d’intenti per il futuro del Consorzio universitario agrigentino.
Ed a chi sostiene che il consorzio è agonizzante, risponde: “No, stiamo lavorando al rilancio dell’università agrigentina”. “Ci si sta rendendo conto delle difficoltà in cui versa il Consorzio proprio nel momento in cui si sta lavorando alacremente per riprendere un cammino virtuoso. Ed allora voglio intervenire dopo un lungo periodo di silenzio , dichiara Busetta”.
A distanza di una settimana dal Consiglio comunale straordinario che si è svolto ad Agrigento alla presenza del rettore dell’ateneo di Palermo, Fabrizio Micari che è stato chiaro su cosa deve fare il Cua per mantenere i rapporti con la sede centrale, Busetta dice: “E’ strano che le voci di una chiusura del Consorzio universitario agrigentino si diffondano proprio nel momento in cui si sta procedendo a far rialzare un organismo che si sta riprendendo”.
Ed analizza le cause. “La crisi del Cua nasce da una volontà della Università di Palermo di volerne avere la governance, come peraltro è avvenuto a Trapani. Il ricorso al decreto Baccei del Cua, presentato sotto la presidenza dell’avvocato Gaetano Armao e la successiva presa di posizione del Governo regionale, hanno stoppato le mire di governo della Università di Palermo ed ora si è in attesa di un nuovo decreto , concordato tra Regione – Università e territorio che dovrebbe sciogliere tutti i problemi derivanti da un contrasto , ampliato dalle recenti elezioni regionali che hanno visto il rettore Micari candidato per il centrosinistra e quindi in una posizione contemporanea di parte politica e di parte tecnica. In realtà l’università di Palermo con motivazioni relative al contenzioso in atto con il Consorzio, ha deciso di tirare i remi in barca per quanto attiene al corso di Architettura, Giurisprudenza e incredibilmente di Archeologia”.
Questo è un primo tassello. Poi c’è l’altro problema importante che Busetta definisce “la pseudo abolizione delle Province, che hanno fatto venire meno importanti risorse. Da questo le voci di una chiusura del Cua”. Ma non è così. “Posso assicurare – continua l’economista palermitano – che, anche se l’anno 2018-2019 sarà quello della massima crisi, stiamo lavorando per un rilancio sostanziale del consorzio di Agrigento, insieme peraltro all’importante struttura del Polo universitario, diretto egregiamente da Ettore Castorina e con il quale si lavora in sinergia, che occupa oltre 30 addetti dell’università e che si colloca a villa Genuardi. E’ noto che l’università di Palermo sta ristrutturando il palazzo e quindi che le voci di un disimpegno della stessa da Agrigento sono false e pretestuose”. Quindi quale futuro per l’università agrigentina? “A breve avrete notizie molto interessanti sulle nuove iniziative del Cua – aggiunge il presidente – che è un organismo vivo e vegeto, in piena attività, che sta lavorando alacremente per incassare i crediti, per pagare i debiti, per avere nuove iniziative di formazione che interessino gli studenti agrigentini. La riunione, da noi promossa, di tutti i consorzi siciliani ha portato ad un incontro con gli assessori Lagalla ed Armao che hanno assicurato che i consorzi avranno certezza di risorse e quindi potranno programmare il loro lavoro, magari evitando abbracci fatali che si sono rivelati potenzialmente mortali. Intanto quest’anno parte un processo formativo in mediazione culturale, sotto il coordinamento del professor Marcello Saija, e vi sono contatti molto interessanti. Chiedo alla comunità agrigentina, a quella della provincia, alle istituzioni locali – conclude il professor Busetta – di essere vicini a questa fondamentale istituzione che deve essere il fulcro , e siamo certi che lo sarà, del rilancio della provincia, insieme al Parco archeologico ed alle realtà imprenditoriali del territorio. Noi, il consiglio di amministrazione, il personale tutto stiamo facendo la nostra parte sino in fondo e siamo profondamente convinti che riusciremo a portare il Cua agli splendori del periodo iniziale di Melisenda e La Galla nel solco del lavoro recentemente svolto da Gaetano Armao per essere pronti per i 2000 anni dalla fondazione della città”.
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