Il ponte Petrusa è morto, chiuso il viadotto Akragas, strade alternative sovraccaricate e piene d’insidie.
La Cisl interrompe il pesante silenzio. GUARDA IL VIDEO
Un anno e mezzo di stop. Il Ponte festeggia la triste ricorrenza nella stessa maniera di quando era stato demolito: senza che ancora si sia mossa una pietra per il suo recupero. Li chiamano tempi tecnici, è la burocrazia a cui seguono i tempi della politica. Ma è anche la sottovalutazione del problema, sono anni di tirare a campare che si assommano alle – tristi – condizioni di adesso.
Il dibattito acceso sul viadotto Akragas e la paventata demolizione, non fanno dimenticare la triste vicenda legata al Ponte Petrusa. Sono passati 501 giorni da quando è stato brutalmente interrotto. 181 da quando il presidente della Regione Nello Musumeci ha fatto la sua apparizione sul posto in compagnia di Giorgia Meloni per un flash-mob davanti al “Ponte Petrusa” abbattuto diversi mesi prima duranti i lavori di rifacimento della statale sottostante e che risulta come ennesima opera incompiuta in Sicilia.
Ma quelli erano i tempi delle campagne elettorali, adesso a tenere viva l’attenzione sulla vicenda ci ha pensato ancora la Cisl Provinciale di Agrigento. La sigla sindacale è una delle più attive sulla questione. Maurizio Saia, il segretario provinciale, è preoccupato per la situazione di disagio che l’interruzione del ponte ha causato. E’ lui che a suo tempo ha attivato i due contatori che inesorabilmente scandiscono il tempo dell’incompiuta. Saia per tenere viva l’attenzione di recente ha realizzato anche un video che ha inviato al nostro giornale (GUARDA IL VIDEO -CLICCA QUI).
“Ritorniamo a visitare quello che fu il viadotto Petrusa – dice il sindacalista – ci eravamo illusi che l’Anas si stesse interessando, ma in realtà non è così e nel frattempo il passare del tempo non allevia i disagi con gravi danni economici e morali per la popolazione. Facciamo un appello al presidente Nello Musumeci che in campagna elettorale aveva promesso che una volta eletto, come prima cosa avrebbe risolto la questione. Ad oggi nulla è stato fatto”.
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