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Home » Cronaca » Agrigento, processo Demetra e finti infortuni, il perito: “Il 43% di invalidità la si da a chi perde un arto”

Agrigento, processo Demetra e finti infortuni, il perito: “Il 43% di invalidità la si da a chi perde un arto”

7 Marzo 2018
in Cronaca
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Un procedimento giudiziario che – scrive Grandangolo – per mole e personaggi coinvolti – continua ancora a tenere banco ad Agrigento e che si disarticola in due tronconi: “Demetra e Demetra bis”. E’ ricominciato ieri – dopo l’azzeramento del dibattimento dovuto al cambio del collegio di giudici – il processo scaturito dal blitz condotto dai carabinieri nel giugno 2013 che smantellò una presunta mega truffa ai danni di Inps e Inail attraverso la certificazione di finti infortunati che – a loro volta – provenivano da aziende fittizie create ad hoc.

Ieri pomeriggio,  è ripreso davanti al collegio di giudici  presieduto da Giuseppe Melisenda Giambertoni il dibattimento: sul banco dei testimoni il perito dell’accusa, il medico legale Giuseppe Messina che ha risposto alle domande, anche della difesa di uno dei coinvolti nel procedimento, il raffadalese Giuseppe Vincenzo Terrazzino, 53 anni, responsabile di un patronato, ma anche assicuratore, che secondo la Procura avrebbe dato vita ad una serie di società con lo scopo di di procedere a false assunzioni finalizzate a simulare incidenti sul lavoro.

Nello specifico il medico Giuseppe Messina riferendosi ad una invalidità del 43% data alla moglie del Terrazzino, sembra ottenuta a seguito di una caduta in ufficio, ha dichiarato: “Questa percentuale non la si attribuisce neppure a chi subisce l’amputazione di un arto”.

Sono in totale 53 gli imputati, 13 le condanne in rito abbreviato e 4, invece, le archiviazioni. Al centro di questo meccanismo  dicevamo è Giuseppe Vincenzo Terrazzino, ma non soltanto. Nel vortice dell’inchiesta ci sono anche due dottori, Salvatore Conti e Salvatore Russo. Gli altri imputati sono i famosi finti infortunati. Secondo l’accusa, sarebbe stato messo in piedi un giro di aziende false e false attestazioni volti a truffare l’Inps e l’Inail ottenendo dagli enti previdenziali l’erogazione di indennità di disoccupazione per lavoro mai svolto o indennizzi per infortuni inesistenti

 

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