La Curia agrigentina incalza la nuova
“governance” della Regione
per il problema “Colle”
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Lo fa con una lettera aperta pubblicata sull’ultimo numero del settimanale diocesano “L’Amico del popolo”, ricordando i tanti ritardi e le innumerevoli inadempienze della precedente gestione. E lo fa proprio all’indomani delle elezioni che, come è ormai a tutti noto, hanno decretato un cambiamento radicale di politica, affidando ad un uomo come Nello Musumeci con la sua storia personale ed alla sua squadra l’onore della guida, con il peso gravoso, anzi forse gravosissimo, di un’inversione di rotta proprio ad U, per non ripetere il “modus operandi” del recente passato.
Nella lettera infatti, proprio sul problema “Colle” si dice testualmente che “il rischio di per sé molto elevato, è stato aggravato a dismisura da una somma di fattori esterni, gravi e deleteri, che nulla hanno a che fare con la geologia : disattenzione, mediocrità, sciatteria, burocratismo, inefficacia di quegli organismi politico-amministrativi regionali e nazionali, che tuttavia non hanno mai lesinato tempo per passarelle , foto ed interviste in cui si è descritta la soluzione come “a un passo dall’essere raggiunta”.
Mi pare che non si potevano trovare parole più adatte, per denunciare con chiarezza ed in modo veritiero la situazione che è sotto gli occhi di tutti, mentre ancora in questi giorni continuano gli incredibili rimpalli burocratici dei diversi uffici regionali, Rimpalli per cui pare che il Comune di Agrigento retto dal Sindaco Firetto, voglia questa volta andare seriamente avanti per sanzionare, amministrativamente e penalmente, eventuali responsabilità che, a giudizio comune, non possono non esserci.
La lettera intanto, firmata da don Carmelo Petrone portavoce della Curia e direttore del Settimanale, invoca da parte del neo-presidente della Regione Nello Musumeci e del suo Vice Gaetano Armao di adoperarsi da subito perche non si perda più nemmeno “un solo minuto di tempo”. Perché davvero grande è “ la preoccupazione per le sorti del Colle, delle famiglie, delle attività commerciali e delle infrastrutture circostanti e quindi della Cattedrale sul quale sorge insieme ad altri monumenti di interesse storico ed artistico ….”, a cui si aggiunge naturalmente il problema dell’incolumità delle persone, da considerare come primo problema.
Ed assieme al problema “Colle” viene denunciato il disegno di smantellare tutto quello che la classe politica di un quarto di secolo fa aveva faticosamente costruito per il diritto allo studio con il Polo Universitario, simbolo di “riscatto sociale e fonte anche di benessere economico” ….. Tutto è stato smantellato “pezzo per pezzo” con una classe politica agrigentina, distratta se non incapace ed inefficiente, che, a giudizio di non pochi, anche per questo è stata gravemente sanzionata nelle recenti elezioni regionali.
La lettera pubblicata su L’Amico del Popolo è naturalmente, a nostro giudizio, da collegare con tutto quello che è avvenuto nelle settimane precedenti e che sicuramente ha avuto il suo peso nel segreto della cabina elettorale.
Gli elettori cioè hanno voluto sanzionare la politica parolaia, di cui ampiamente abbiamo parlato anche sulla nostra testata giornalistica nei mesi scorsi, unitamente ad altri organi di informazione che seguono seriamente i problemi locali del territorio agrigentino.
Non solo ! c’è anche da pensare che non siano andati completamente a vuoto, nemmeno i diversi accorati appelli della Chiesa agrigentina, tra cui “l’indignazione” dell’arcivescovo, che ricordiamo ufficialmente diceva “…. la Cattedrale viene trattata come una pallina da tennis che ognuno tira all’altro ma che nessuno vuol prendere… Quante promesse! Tanti si sono impegnati però poi, forse, si sono dimenticati e intanto la Cattedrale scivola! Questa indignazione ho bisogno di comunicarla ….”.
La buona gente agrigentina, oltre a tanta altra gente proveniente dai vari paesi della diocesi, sappiamo bene come ha partecipato numerosa e silenziosa alla marcia del 3 novembre u.s.
Un silenzio assordante che, unitamente a tutti gli altri problemi trascurati ed all’aumento disastroso della disoccupazione , non poteva che deflagrare. E chissà cosa potrà ancora avvenire in futuro.
Diego Acquisto
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