Assolti perché il fatto non sussiste. Si è chiuso così il processo a carico del netturbino cinquantenne accusato di avere ripetutamente abusato della figliastra, con la complicità e la consapevolezza della madre, anche lei imputata. La Prima Sezione Penale del Tribunale di Agrigento presieduta dal Giudice Giuseppe Melisenda Giambertoni ha accolto le tesi e le argomentazioni portate dal collegio difensivo composto dagli avvocati Nicola Grillo e Davide Casà per il netturbino e dagli avvocati Barbara Garascia e Antonino Manto per la madre della ragazza. Dal Pubblico Ministero era stata chiesta la condanna a 9 anni di reclusione per Iacono Angelo ed a 7 anni per Avarello Laura. I giudici hanno letto in aula il dispositivo dopo la camera di consiglio, chiudendo il dibattimento con una decisione costruita sulle testimonianze rese in aula e sulle strategie difensive mirate a dimostrare l’inconsistenza dell’impianto accusatorio. Il patrigno della ragazzina era stato arrestato il 2 ottobre del 2015 dai poliziotti della squadra mobile con l’accusa di avere abusato della figlia della compagna.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
