Gusto & Bontà
“Non solo sushi”. Serata giapponese al Ginger per la prima serata de “I sapori dal mondo”.
DI ANNAMARIA MARTORANA
Mangiare giapponese ma senza sushi si può. Al ristorante Ginger-people&food di Via Empedocle, lo ha dimostrato un giovane cuoco agrigentino Livio Reginella che ha portato sulel tavole degli ospiti che hanno riempito il locale, un menù di piatti tradizionali del Giappone, lasciando fuori quelle pietanze che identificano all’estero, più nell’immaginario collettivo che altro, il Paese del Sol Levante. Dopo un aperitivo analcolico a base di zenzero, succo d’ananas e limone, lo chef ha aperto la cena con un classico della cucina nipponica, una tempura di verdure miste riuscendo a coniugare, anche con l’aiuto della salsa di soia, i sapori siciliani di melenzane, carote, patate e zucchine con la pastella di acqua e farina, la tempura appunto, che usano i giapponesi per cucinare verdure e pesce.
La scelta di Livio Reginella sul primo piatto da servire agli ospiti del Ginger, è caduta sullo Yakisoba, degli spaghetti di riso, piuttosto sottili con verdure e salsa di soia saltati in padella. In realtà, le preferenze dei giapponesi con lo Yakisoba si indirizzano soprattutto agli spaghetti fatti con il grano saraceno e con una consistenza più spessa rispetto a quelli di riso che ricordano i capelli d’angelo. “La consistenza dello Yakisoba originale – ha spiegato Reginella – non è molto gradita in Italia e per questo ho preferito rivisitare il piatto con gli spaghettini di riso anziché quelli di grano saraceno lasciando immutata la ricetta per quanto concerne la cottura e il condimento”.
Appassionato di cultura e cucina giapponese maturata da periodi trascorsi nel paese del Sol Levante ospite di famiglie giapponesi, il giovane cuoco agrigentino ha arricchito il menù della serata, con il Karerice, uno spezzatino di pollo e verdure al curry con riso al vapore. Una pietanza sostanziosa, che in genere in Giappone viene usato come piatto unico proprio per la presenza del riso bianco che i nipponici utilizzano al posto del pane.
A chiudere la cena, la Japanese Cotton Cheescake, un dolce che in pochi anni si è imposto nella tradizione dolciaria giapponese che ricorda quella tipica degli Stati Uniti ma senza la base biscottata. Livio Reginella l’ha resa ancora più nipponica, utilizzando come guarnizione, una riduzione di the verde che i giapponesi utilizzano anche sotto forma di gelato e crema.
“Prossimo appuntamento – ha detto Carmelo Roccaro del Ginger – sarà con i sapori e i profumi del Marocco. Del resto, Ginger è cibo d’Africa ma ha deciso di evolversi con tradizione e contaminazione con la cucina siciliana ma anche con quella di altre parti del mondo”.
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