Sul viaggio ecumenico di Papa Francesco per superare controversie e malintesi
DI DEIGO ACQUISTO – Si tratta del recente viaggio del 31 ottobre scorso in Svezia di Papa Francesco, per l’avvio delle celebrazioni per il 500° anniversario, che cadrà nel 2017, dei 500 anni della Riforma protestante..
Il monaco agostiniano tedesco Martin Lutero (1483-1546) il 31 ottobre 1517, sulla porta della cattedrale di Wittenberg, pubblicò le sue 95 tesi che inaugurarono quella confessione cristiana basata sulla sua dottrina teologica detta luteranesimo. Nella particolarissima situazione in cui si trovava l’Europa, le tesi di Lutero furono come la scintilla che innescò un grande incendio.
Con il termine ecumenismo, ufficialmente consacrato dal Concilio Vaticano II nel decreto “Unitatis redintegratio” del 1964, si intende la ricerca di unità tra chi, pur professando la comune fede in Cristo, appartiene a confessioni e Chiese differenti dalla Cattolica. Ed è doveroso ricordare che l’avvio dell’impegno ecumenico è avvenuto anzitutto in ambito protestante, all’inizio del secolo scorso nel 1910, proprio in Svezia.
Dobbiamo pure riconoscere che tutti gli studiosi oggi sono concordi nel giudicare che le fondamenta della cultura moderna dopo il Medio Evo, -( la cui fine viene simbolicamente fissata nell’anno 1492, con la scoperta dell’America), rinviano al periodo immediatamente susseguente ai primi decenni del 1500, e portano poi agli eventi della seconda metà del 1700. Cioè, l’incendio rivoluzionario della Riforma di Lutero, porta all’ondata illuministico-libertaria che scosse l’America e l’Europa, con le rivoluzioni americana e francese, sul finire del secolo XVIII, per continuare con gli eventi degli ultimi due secoli, sino alla cosiddetta secolarizzazione post-moderna di oggi.
E la Chiesa, incarnata nella storia, si è trovata e si trova sempre profondamente coinvolta nel travaglio socio-culturale-spirituale, con l’impegno ad essere fedele ai perenni valori del Vangelo, pur con tutto il carico delle sua umana fragilità, recuperando però, via via, energie per un confronto positivo e nello sforzo, di contribuire all’affermazione dei veri valori di libertà, solidarietà, uguaglianza sociale e convivenza internazionale, sino al travaglio ed alle incomprensioni che mei nostri giorni sono sotto gli occhi di tutti.
Papa Francesco, con saggio realismo storico, nel suo consueto taglio pastorale profeticamente innovativo, unito ad un saggio e coraggioso spirito profetico, nel suo recente viaggio in Svezia non ha esitato a riconoscere i “meriti” di Lutero, condensandoli in due parole: Riforma e Scrittura.
La prima – ha detto – deve essere sempre un atteggiamento “fondamentale perché la Chiesa è “semper reformanda”; cioè ha continuamente bisogno di riformarsi per potere rispondere sempre meglio al progetto del suo divino fondatore. Mentre per la Scrittura, senza giri di parole, ha riconosciuto che “Lutero ha fatto un grande passo per mettere la Parola di Dio nelle mani del popolo”.
Ed in tema di Riforma, non poteva mancare la problematica della misericordia, che non è la stessa cosa del perdono, ma un dono che il Signore fa a tutti, e che tutti, a nostra volta, dobbiamo fare a tutti.
Un punto questo della misericordia molto sentito dalla spiritualità della “riforma” in una lunghezza d’onda molto in consonanza con il sentire di Papa Francesco. Che però non trova forse quella risposta concreta di attuazione in una certa fascia di preti e di vescovi, che sembrano ancora preferire il rigorismo restrittivo dei canoni ecclesiastici del diritto canonico.
Sappiamo invece che Papa Francesco su questo ha un atteggiamento completamente diverso, avvicinandosi alla sensibilità spirituale della Riforma luterana, quando parla del superamento della stessa intermediazione dei sacerdoti, tra i fedeli e Dio. Nella linea di incoraggiare anzitutto il rapporto del singolo nella ricerca sincera di Dio, nel sacrario della sua coscienza.
Singolo che però può avvalersi dell’aiuto, incoraggiamento e sostegno del servizio dei sacerdoti, che devono perciò facilitare il percorso di grazia e di salvezza di chi, con la sua personale sensibilità, cerca sinceramente Dio.
Diego Acquisto
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