Tutti desideriamo una città a misura d’uomo, ma è innegabile che a pregiudicare questa legittima aspirazione del cittadino ci sia ad Agrigento la questione del traffico urbano divenuta ormai insostenibile, paradossalmente di entità più grave che in una metropoli: il perimetro urbano è il prodotto di un’assoluta mancanza di rispetto delle regole, di infrazioni del Codice della Strada, di lacune nella prevenzione e assenza di sanzioni adeguate da parte degli organi preposti, di precarietà di ogni aspetto del vivere civile. La foto di una città letteralmente invasa dalle automobili, una giungla urbana che vede sovvertita la regola della “città a misura d’uomo”, le strade di Agrigento non sono altro che stretti corridoi di lamiera che producono caos e inquinamento atmosferico e acustico ben al di sopra delle soglie minime. Si era iniziato con la scorsa amministrazione comunale ad affrontare in maniera approfondita i temi della mobilità urbana sostenibile, e anche a operare in tal senso. Ricordo la mia collaborazione con l’allora assessore Fontana che produsse il progetto del bike sharing elettrico – finanziato all’interno del progetto di riqualificazione del centro storico denominato “Girgenti” del 2016 -, oggi non più destinato a una riqualificazione del traffico urbano residenziale ma a un non meglio precisato utilizzo turistico. Ricordo le convenzioni e le lettere di intenti sulla mobilità sostenibile sottoscritte tra i comuni di Agrigento, Porto Empedocle, Aragona e Favara che mirava alla costruzione di una rete di mobilità sostenibile attraverso una collaborazione per l’individuazione di nuove vie di comunicazione e viabilità con mezzi a ecocompatibili con l’accesso ai finanziamenti nazionali ed europei. La mobilità sostenibile non è più un concetto astratto, bensì il principio attraverso cui si stanno sviluppando i piani urbanistici delle città, ormai divenuti maturi in Europa e in quasi tutte le città italiane. La scelta alla rinuncia ai veicoli a combustibile è un’esigenza concreta con cui anche i cittadini agrigentini si dovranno confrontare oggi più che mai anche nella nostra città.
È necessario richiamare fortemente l’attenzione su questo tema ad ogni livello decisionale e affermare la promozione di altri mezzi di trasporto in città al di fuori della macchina a motore a scoppio: oltre al potenziamento del trasporto pubblico urbano, l’utilizzo in fortissima diffusione delle macchine elettriche – ben venga l’installazione delle colonnine di ricarica elettrica -, l’utilizzo delle bici elettriche, anch’esse in fortissima espansione nel nostro territorio. E ancora la nuova amministrazione deve svolgere il suo ruolo propositivo sul fronte della mobilità dolce: piste ciclabili, itinerari turistici in bici, Piani Spostamenti Casa Lavoro – PSCL -, bike sharing e car sharing, sicurezza stradale per i pedoni… Sono tante le tappe del percorso che i responsabili delle amministrazioni pubbliche locali devono considerare affinché la mobilità dolce e sostenibile possa diventare uno tra i simboli del riscatto civico della città di Agrigento.
La passione civica emersa in questi ultimi anni anche nella nostra città deve razionalizzarsi in una nuova coscienza pubblica che faccia proprie anche le istanze di una mobilità sostenibile ed ecocompatibile ed essere incentivata dalle istituzioni per far sì che Agrigento non sia solo più vivibile per il cittadino, ma anche per il turista che potrà trarre giovamento da una città a misura d’uomo. Sarebbe interessante che un giorno la città di Agrigento potesse fare tesoro delle parole inserite nel più antico statuto di una città italiana, il Costituto senese del 1309 che in uno dei suoi punti recita: chi governa deve avere a cuore “massimamente la bellezza della città, per cagione di diletto e allegrezza ai forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini”.
Ritengo che l’amministrazione comunale per muovere i primi passi in maniera formale verso una mobilità sostenibile debba affrontare i seguenti punti:
1. Precedenza assoluta alle persone, salvaguardia della salute dei cittadini in particolare modo dei bambini. Per rendere le aree urbane più vivibili, per migliorare insomma la qualità della vita di tutti i giorni, consentendo ai bambini una crescita ricca di esperienze e autonomia senza inibirne lo sviluppo della personalità. Occorre ripensare il rapporto tra la città e l’infanzia, il che significa ripensare il rapporto tra la città e i suoi abitanti tutti: ogni miglioramento nella qualità della vita dei bambini di oggi, oltre che ovviamente favorire la crescita di adulti migliori domani, ha effetto sull’intera comunità. Una città dove molti bambini vanno a scuola a piedi da soli è una città con molte auto in meno che circolano nelle ore di punta, quindi con meno traffico, con meno inquinamento, con meno rischi per tutti. Una città che permette anche ai bambini più piccoli e alle mamme che spingono carrozzine di passeggiare in tranquillità senza l’inquinamento delle polveri sottili o acustico, rende allo stesso tempo più confortevoli e sicuri i percorsi anche per tutti.
2. Moderazione della velocità nel centro urbano a 30 kmh. Quando c’è conflitto tra persone e autoveicoli nello spazio di una città è imperativo moderare la velocità a meno di 30 kmh. Tante città lo hanno adottato e in Europa è obbligatorio nei centri urbani, la trasgressione è meno del 20% e il traffico è più fluido. Facili soluzioni sono la creazione di ZONE 30 e dossi dissuasori di velocità, oltre al controllo elettronico della velocità.
3. Parcheggi gratuiti per auto elettriche e ibride. L’incentivazione all’uso delle auto elettriche e ibride non può prescindere dalla loro libera e più facile circolazione nel centro della città così come è in tutte le smart city. È necessario pertanto che siano individuati nel centro città un numero sufficiente di parcheggi esclusivi alle auto a propulsione elettrica e ibride e agevolazioni per i parcheggi nelle strisce blu.
4. Ripristino segnaletica orizzontale. Le strade della città sono quasi totalmente sprovviste di segnaletica orizzontale. Sicuramente il punto non a costo zero ma indispensabile per la sicurezza e la regolazione del traffico.
5. Controllo del traffico nei punti nodali. San Leone,Fontanelle, vialo Emporium, viale Viareggio, viale della Vittoria, viale Luca Crescente, via Atenea, via Giovanni XXIII … necessitano di un continuo monitoraggio e telecontrollo preventivo e consuntivo.
6. Creazione ZTL totali. ZTL anche solo temporanee e limitate nel tempo, ad esempio in località San Leone.
7. Intensificazione/diversificazione dei mezzi pubblici. Bike sharing, car sharing e soluzioni di moblità sostenibile. Solo dopo aver creato una mobilità urbana più ordinata, meno caotica e soprattutto più sicura, allora si potrà accedere agli strumenti di mobilità condivisa e dolce.
8. Intermodalità bici/mezzi pubblici. Deve essere regolamentata l’intermodalità bici/bus e autorizzata la possibilità che i passeggeri accedano con la propria bicicletta sul mezzo pubblico.
9. Installazione griglie parcheggio bici.
10. Controllo della pista ciclabile di San Leone. Installazione di telecontrollo e cartelli informativi.
Alessandro Tedesco è docente di italiano L2, giornalista pubblicista, scrittore e fotografo. È ambientalista convinto e Mobility Manager qualificato dall’ISPRA, sostenitore della mobilità dolce e promotore dell’uso della bicicletta come mezzo di spostamento urbano e divertimento.