Troppo consumo, informazione insufficiente, qualità scarsa ed è kaos. Il sistema di smaltimento è alla frutta. Così la criminalità ci campa. Sommergono tutto, da Porto Empedocle a Favara, Licata, passando per la Città dei Templi. Dopo la fase di rodaggio, a più di un anno dall’avvio della differenziata nella città capoluogo, possiamo parlare di fallimento. Il sistema di raccolta dei rifiuti, di differenziata e riciclo di materiali recuperabili, di smaltimento non è adeguato e la colpa non è solo degli incivili.
Un pò come accade in tutta Italia, le motivazioni stanno nelle quantità riciclabili raccolte che sono sempre più alte, ma non cresce il minuscolo mercato dei prodotti riciclati; si potrebbe ricorrere a impianti alternativi ma la politica non li ha previsti e la Sicilia ne è sprovvista. Ma il vero dramma che vive il territorio sono le discariche abusive. Il “Kaos” di Porto Empedocle, come sottolineato dal Pm Luigi Patronaggio (FOTO) è solo una porzione di una problematica assai più vasta. L’operato degli uomini della Capitaneria di Porto merita un plauso ma è un dato di fatto che bonificata una discarica, ne spunta subito un’altra.
Proprio in queste ore in redazione sono arrivate segnalazioni da parte di cittadini esasperati dalla presenza di svariate discariche. Alcuni le hanno perfino sotto casa. Ma la situazione è sotto gli occhi di tutti. Quello che fa maggiormente preoccupare è come non sia stato previsto un adeguato sistema di smaltimento dei cosiddetti rifiuti speciali urbani ma anche gli scarti che arrivano dal commercio di pesce, frutta e verdura e altri alimenti destinati alla ristorazione. Tutto questo, e la Procura ha aperto inchieste su più fronti, fa dilagare il malaffare. La gente, purtroppo, si rivolge a “servizi di smaltimento alternativi” che sono abusivi e che contribuiscono ad inquinare i nostri territori. Il danno è irreversibile ed i costi di bonifica a carico delle pubbliche amministrazioni esorbitanti.
Su questo sistema di differenziata è impossibile vedere risparmi, sbagliato cercare lati positivi. Ma il danno non è solo economico ed ambientale, questa terra che ha voluto investire e vuole continuare a credere nel turismo si trova ad un punto di non ritorno. Gli addetti ai lavori sono esasperati e basta leggere le recensioni dei turisti per comprendere il danno che questa terra sta subendo da due anni a questa parte. Molti di questi turisti non torneranno più ed il passaparola innescato è letale. Sentire ancora certi politici che si vantano di numeri statistici fa veramente rabbia, tanto più, questo è emerso anche dall’ultima conferenza stampa che si è tenuta in Procura, che dietro gli incendi nei depositi di rifiuti non ci sono soltanto la criminalità, l’ignoranza e lo scarso controllo. Sarebbe fin troppo facile pensarlo. C’è invece un sistema di smaltimento al capolinea perché costruito, sulla sistematica elusione delle direttive dell’Unione Europea.
Con tutte le inevitabili conseguenze: troppa plastica da riciclare e di cattiva qualità, tanto che le imprese legali non la possono riutilizzare. Alla fine diventa una questione di domanda e offerta: un eccesso di produzione scadente riempie i centri di smistamento che nessuno al momento è in grado di svuotare. Non a caso si registrano incendi sospetti nei centri di stoccaggio di rifiuti, non a caso la gente continua a riversare rifiuti di ogni genere dove capita. La politica, quella locale, regionale e nazionale è chiamata ad un atto di responsabilità. Ignorare il fenomeno non è più possibile.
Domenico Vecchio – Direttore responsabile
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