“La sanità è un diritto pubblico e non può essere pagato da nessuno a caro prezzo, né a livello economico, nè a livello di servizio”. Lo ha detto don Mario Sorce, uno dei promotori della manifestazione che si è tenuta, questa mattina, ad Agrigento per chiedere il rilancio della sanità pubblica, con adeguati investimenti, e fermare la “strisciante privatizzazione” del servizio. Quasi mille persone hanno preso parte all’iniziativa organizzata dal “Cartello sociale” della provincia di Agrigento, composto da Cgil, Cisl, Uil e dall’ufficio pastorale sociale del lavoro. Presenti diversi sindaci, tra cui quelli di Agrigento, Canicattì, Favara e Naro e tanti altri, e i vertici e iscritti alle associazioni di categoria, oltre a decine e decine di operatori della sanità, ma anche semplici cittadini. Il corteo partito da piazza Cavour, dopo avere attraversato il viale della Vittoria, piazza Stazione e piazzale Aldo Moro, è giunto sotto il palazzo della Prefettura. Nel vicino giardino hanno preso la parola gli organizzatori. In una nota gli organizzatori parlano di un “servizio sanitario prossimo al collasso”, a causa di “un decennio di definanziamento, di chiusure di ospedali e reparti, di tagli indiscriminati al personale, ai posti letto, ai servizi”. Ma anche di “condizioni di lavoro negli ospedali insostenibili che incentivano una fuga oramai inarrestabile del personale sanitario verso le strutture private”. Una situazione la cui conseguenza è che i vuoti di organico ricadono sui pazienti costretti ad attese infinite per qualsiasi prestazione. Le richieste sono “l ‘aumento degli investimenti in sanità e l’eliminazione dell’anacronistico tetto di spesa per il personale che, fermo al 2004, impedisce le assunzioni”. Ed anche “un contratto collettivo nazionale che migliori radicalmente le condizioni di lavoro dei medici e dei dirigenti sanitari”.
Il corteo del Cartello sociale per il diritto alla salute non garantito. Don Mario Sorce: “La sanità è un diritto pubblico”