Mafia: dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro l’unico siciliano latitante resta Giovanni Motisi

Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, in Sicilia, le attenzioni delle forze dell’ordine si spostano al numero due dei latitanti di massima pericolosità. Si tratta di Giovanni Motisi, detto “u pacchiuni”, “il grasso”, 62 anni, palermitano doc, ricercato dal ’98 per omicidio, dal 2001 per associazione di tipo mafioso e dal 2002 per strage. Ha l’ergastolo da scontare, il killer di fiducia di Toto’ Riina, secondo un collaboratore di giustizia era presente anche quando si parlò per la prima volta di ammazzare il generale Dalla Chiesa.

Nel ’99, durante la perquisizione della sua villa di Palermo, spunta una fitta corrispondenza tra lui e la moglie Caterina, bigliettini recapitati da ‘postini’ fidati assieme a vestiti e regali. Ed è dello stesso anno l’ultima ‘apparizione’ certa in Sicilia di “u pacchiuni”, alla festa di compleanno della figlia: nelle foto ritrovate diversi anni dopo risaltano le pareti coperte con lenzuola bianche per non far riconoscere il posto.

Da allora, più niente o quasi tanto da alimentare il sospetto – ricorrente nelle grandi latitanze – che Motisi possa essere morto. Un’altra ipotesi è che abbia cercato, e trovato, riparo in Francia. Per gli inquirenti si sarebbe avvicinato all’ala “moderata” di Cosa Nostra guidata da Bernardo Provenzano.