Una storia lunga un secolo e mezzo, ma da quasi 50 anni tutta al femminile. Eugenia Gino è profondamente legata alla sua azienda agricola di contrada Carbonia in territorio di Aragona.
In questo luogo, in cui lei ha radici profonde, produce olio biologico, mandorle e cereali. Lei appartiene alla quarta generazione. Nel 1800, il bisnonno Carmelo Salamone insieme ai fratelli, acquistarono, dal Duca della Grazia, il feudo di Carbonia. Il paesaggio di allora era dominato da fitti mandorleti, coltura trainante di questa parte della Sicilia.
i nonni materni Filippo Salamone e Gaetana Fanara
I vecchi mandorli, piantati dal nonno, sono ancora lì, in cima alla collina, tormentati e contorti, a raccontare un mondo rurale antico.
Logopedista, sposata con il Dr Antonio Indelicato e madre di Pietro ed Isabella, Eugenia Gino, subentra alla madre Graziella Salamone, ancora attivissima in azienda, e nello spirito della modernizzazione e del rinnovamento, nel ’91 impianta il primo oliveto con la messa a dimora di diverse cultivar.
Seguendo una filosofia di rispetto dell’ambiente, avvia nel ’97 il metodo di produzione dell’agricoltura biologica.
Oggi, l’azienda conta circa 2550 alberi di olivo e produce circa 50 quintali di olio extra vergine di oliva biologico certificato IGP Sicilia, dagli elevati standard di qualità.
Nel corso degli anni l’imprenditrice ottiene numerosi riconoscimenti tra i quali il prestigioso “Grande Olio Slow” della Guida agli Extravergini di Slow Food.
L’azienda parteciperà a Terra madre Salone del Gusto 2022, l’evento mondiale dedicato al cibo buono, pulito e giusto e alle politiche alimentari, in programma al Parco Dora di Torino dal 22 al 26 settembre.
Eugenia, la tua è una storia tutta al femminile?
“Secondo la cultura del tempo, mio nonno Filippo non gradiva che le donne della famiglia si occupassero dell’azienda agricola. Alla sua morte mia madre si è dedicata al recupero della proprietà, fino ad allora affidata ad un mezzadro. Non è stato facile rientrarne in possesso, se non dopo lunghe battaglie legali. Poi il successivo potenziamento dell’azienda, anche attraverso la collaborazione delle figlie. Da circa 15anni la gestione è passata nelle mie mani. Mia madre ha piantato il primo uliveto nel 1991 ed io ho continuato ad ampliarlo”.
Eugenia Gino con la mamma Graziella Salamone
Il terreno di produzione è favorevole alla coltivazione dell’ulivo?
“L’azienda ha in parte un terreno di natura argillosa, pertanto la resa in termine di olio è inferiore ad altre zone nello stesso areale, ma rispecchia comunque le rese medie caratteristiche delle cultivar”.
Caratteristiche organolettiche dell’olio Carbonia?
“Ai primi alberi di Biancolilla e Coratina, quest’ultima di origine pugliese, il cui olio è ricco di polifenoli, ho aggiunto altre varietà siciliane come la Cerasuola, la Nocellara del Belice e la Giarraffa. Da moltissimi anni produco oli monovarietali per far conoscere le caratteristiche organolettiche delle singole cultivar. L’obiettivo è quello di raccontare il mio territorio e la Sicilia attraverso i profumi dell’olio. La raccolta delle olive appena invaiate permette di esaltare questa grande ricchezza sensoriale, così è possibile percepire un olio dal fruttato medio verde, con fresche note erbacee e di erbe aromatiche, ma anche l’odore del mallo verde della mandorla, la foglia di pomodoro, la cicoria, il carciofo e il cardo”.
L’azienda aderisce ad Addiopizzo, vuoi spiegarci in che modo?
“Da sempre abbiamo scelto di stare dalla parte della legalità che per noi è stato un elemento fondamentale. Crediamo nel valore etico del lavoro in campagna, anche nel rapporto con i nostri dipendenti e collaboratori. Questo significa: no sfruttamento di extracomunitari, no assunzioni irregolari. Aderire ad Addiopizzo è stata quindi la naturale conseguenza delle nostre idee. Addiopizzo ha prodotto una rivoluzione culturale incisiva, nasce a Palermo dalla ribellione al racket e alle pressioni mafiose, promuove il consumo critico a favore dei commercianti vittime di estorsioni e degli imprenditori che condividono i principi della legalità.
Siamo stati selezionati per partecipare ad un progetto di inclusione sociale “Svolta all’albergheria – Fondazione con il Sud” che prevede l’inserimento di soggetti fragili in particolare detenuti ammessi alle misure alternative”.
La vostra è anche un’azienda Biologica…
“Siamo da moltissimi anni in biologico. Abbiamo sempre avuto a cuore l’idea del rispetto della terra, dell’ambiente, delle coltivazioni, del cibo che produciamo. Anche la produzione di cereali e mandorle in biologico. Il nostro obiettivo è stato quello di non stravolgere il territorio e mantenere intatto un angolo di Sicilia, così come lo abbiamo ricevuto. Certamente adattandolo a quelle che sono le esigenze di una produzione moderna, cercando però di rispettare ciò che ci era stato consegnato dai nostri padri”.
Fase del ciclo di lavorazione del frantoio oleario
In linea dunque con l’evento Terra Madre Salone del Gusto di Torino?
“Questo territorio e il prodotto che promuovo appartengono a tutti. A me spetta il compito di preservare la bellezza del paesaggio, di proteggere la biodiversità naturale e agricola, di assicurare la sicurezza alimentare. Credo sia molto nell’indole femminile il prendersi cura…..ed io ho fatto miei i valori di mia madre. Sono orgogliosa di essere una conduttrice donna e di dare questa impronta femminile nella gestione di questa azienda e nella produzione e coltivazione di questo meraviglioso albero. Nella mitologia greca la dea Atena pianta il primo ulivo, che è un dono di pace e questo mi lega ancora di più al mondo femminile”.
Parli di impronta femminile, ma per te è stato facile ritagliarti un ruolo nel campo dell’imprenditoria agricola?
“Non è stato sempre facile! Anche se oggi è molto diverso dagli anni in cui mia madre “ha messo i pantaloni” per andare in campagna. I miei collaboratori sono sempre uomini: credo che vedendo la mia passione, apprezzino l’impegno che metto, anche nell’attenzione alle relazioni lavorative e per il mio senso innato di rispetto delle regole. Conosco molte imprenditrici agricole, con loro si è creato uno scambio culturale ed una condivisione costante attraverso Confagricoltura donna. Con alcune abbiamo creato anche il marketplace “Confagricoltura donna Sicilia. Ma le collaborazioni con donne sono numerose: mi riferisco alla start up sociale Fa bene Sicilia che ha lo scopo di rendere possibile l’inserimento socio-lavorativo di persone in difficoltà all’interno della cooperativa sociale”.
Momento di relax in campagna – i frutti della terra
Gli alberi hanno un loro linguaggio?
“Assolutamente sì, basta mettersi in ascolto e osservarli nel dialogo con l’ecosistema, di cui facciamo parte tutti. Per questo ho scelto di vivere in campagna in determinati periodi dell’anno. Il contatto con i miei alberi mi regala energia e spinta verso progetti futuri”.
La mietitura
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