“Non risulta che sia mai stata disposta la chiusura dell’hotspot di Lampedusa, nemmeno a seguito dell’incendio dolosamente appiccato dagli immigrati tunisini ad uno dei padiglioni, l’8 marzo 2018”.
E’ la risposta che la prefettura di Agrigento ha inoltrato all’avvocato genovese Alessandra Ballerini, legale dell’associazione “A buon diritto”, che lo scorso 10 aprile aveva chiesto gli atti amministrativi sulla chiusura del centro e sui lavori di ristrutturazione da realizzare prima del cambio di destinazione d’uso della struttura, in considerazione dei vincoli a cui l’area è sottoposta.
La prefettura ha risposto al legale, e per conoscenza al ministero dell’Interno, precisando, inoltre, che “non risulta sia stato disposto il cambio di destinazione d’uso della struttura di Lampedusa, quest’ufficio non ha titolo a decidere in merito né ha originato la relativa documentazione”.
La richiesta era stata avanzata perché, dopo l’annuncio della chiusura, i migranti arrivati sull’isola erano stati comunque
condotti nel centro.
La struttura però dovrà essere ristrutturata .
“Sono tre i lotti previsti per la ristrutturazione dell’hotspot – hanno spiegato dalla Prefettura di Agrigento – . I più importanti saranno naturalmente quelli per la ricostruzione dei due padiglioni incendiati in momenti diversi: nel 2016 e lo scorso marzo. Attualmente la sua è limitata la sua capacità, non viene più utilizzato per gli sbarchi cosiddetti programmati. Chiuderà completamente quando verosimilmente dovranno essere realizzati i lavori più importanti e dunque si dovranno temporaneamente cedere le aree alle imprese”
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp