In accoglimento della richiesta della famiglia, rappresentata dall’avv. Salvatore Pennica, il gip Alessandra Velle ha disposto la trasmissione degli atti, riguardanti la morte di Pierino Tutino, alla Procura della Repubblica, per nuove indagini. Dunque il caso rimane aperto.
I familiari di Piero Tutino, il 54enne agrigentino morto in quello che è stato catalogato come un incidente stradale di cui fu vittima mentre viaggiava col proprio scooter, e per cui la stessa Procura aveva chiesto l’archiviazione, chiedono, attraverso il loro difensore, nuovi accertamenti e la riesumazione del cadavere.
Tutino fu trovato sotto la bretella di collegamento fra Piazzale Rosselli e la S.S. 1189, fu ricoverato prima al San Giovanni di Dio, poi trasferito in una struttura sanitaria di Palermo dove morì dopo qualche giorno. In strada fu trovato il suo motorino e tutto lasciava presupporre ad un sinistro. Successivamente fu avviata un’inchiesta nella quale entrarono due gestori di un bar e venne anche effettuata una perquisizione a casa dello sfortunato agrigentino da parte degli uomini della squadra Mobile. La Procura della Repubblica, che si è occupata del coordinamento delle indagini, chiede l’archiviazione, mentre la famiglia vorrebbe la riesumazione del corpo del congiunto e una autopsia per chiarire ogni aspetto e fugare ogni dubbio circa la dinamica del sinistro che ha portato alla morte del Tutino. La stessa famiglia, infatti, ipotizza vi possa essere qualcos’altro e che la vicenda presenti troppe anomalie. Per questo chiede anche l’acquisizione dei tabulati telefonici di quel giorno.
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