Il maltempo , che oramai da ore sta imperversando su alcune zone della Sicilia, rischia di far tornare l’incubo già vissuto recentemente tra le province di Trapani, Siracusa e Catania. Questa volta sono le zone del palermitano e dell’agrigentino che stanno subendo dei forti disagi, ma anche nel catanese c’è preoccupazione. Registrati frane, crolli ed esondazioni, già in moto la macchina dei soccorsi con vigili del fuoco, protezione civile, forze dell’ordine e volontari in azione da questa notte. Dopo il crollo di un edificio disabitato nel centro storico di Agrigento e dopo i crolli degli ultimi mesi che hanno visto sgretolarsi alcuni stabili già pericolanti della parte più degradata del centro storico, il collasso di un altro edificio, per fortuna senza conseguenze per le persone, c’è preoccupazione tra i pochi abitanti ancora residenti nella parte vecchia di Agrigento.
Il Cartello Sociale della provincia di Agrigento, formato dall’Ufficio di Pastorale Sociale della Diocesi e dalle segreterie provinciali di CGIL, CISL e UIL, fa appello a tutte le forze politiche ed economiche del territorio affinché si mettano in campo, con urgenza, tutte le azioni necessarie per porre fine a questo vero e proprio disastro. “Un altro edificio – si legge in una nota a firma del cartello- che sparisce, un altro pezzo di storia che si dissolve per incuria e colpevole dimenticanza di chi deve garantire non solo la conservazione della memoria collettiva ma anche la pubblica incolumità. Un altro edificio crollato su se stesso mentre altri si incamminano sulla stessa strada perché avviluppati in un degrado che ha raggiunto ormai livelli non più tollerabili. Occorre più che mai mettere in sicurezza tutti gli stabili che presentano evidenti segni di degrado strutturale. È necessario che, con urgenza, il Comune, previa verifica dello stato di conservazione del proprio patrimonio abitativo predisponga ogni intervento, anche minimo, necessario alla sua salvaguardia, chiedendo anche ai proprietari degli immobili privati degradati ad operare subito con azioni atte a garantire la loro staticità.
Solo così sarà possibile evitare che altre parti della nostra memoria e del nostro patrimonio storico siano cancellate per sempre dal prossimo crollo annunciato.”
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