Auguri di buon compleanno all’arcivescovo Alessandro. Si tratta del 63mo compleanno del nostro Pastore della Chiesa Agrigentina, l’arcivescovo-metropolita don Alessandro Damiano, (come abitualmente viene chiamato), al quale, da questa nostra testata giornalistica, formuliamo davvero tanti, tanti, sentiti e cordiali auguri, per un lungo e fecondo ministero in terra agrigentina. Auguri di buon lavoro apostolico, con quel taglio evangelico, di cui ha dato già prova, capace di svegliare le coscienze, riportandole al vero amore verso Dio, dimostrato con un servizio, in tutti i settori più attento al prossimo, specie nel campo delicatissimo della salute. Del quale , proprio oggi, la cronaca riferisce di un “Coordinamento Regionale dei Comitati per il Diritto alla Salute nella Regione Sicilia” . Un campo, quello della salute, del quale nei giorni scorsi la cronaca, (ed anche noi da questo nostro angolo!), abbiamo riportato il Suo appello, …l’appello cioè dell’arcivescovo Alessandro, chiaro e forte, contro i disastri della sanità pubblica negli ospedali dell’agrigentino, a partire da quello del capoluogo, dedicato a S. Giovanni di Dio. La voce del Vescovo Alessandro ha rafforzato e fatto ufficialmente proprio l’allarme che già qualche tempo prima era stato lanciato dall’apposito Ufficio della Curia “Per i problemi sociali ed il lavoro”. Ufficio che pure, vedendo come incominciavano ad andare le cose, per tempo aveva costituito un’apposita Commissione composta da tanti laici, responsabilmente inseriti nel tessuto sociale agrigentino, per tentare di arrestare il progressivo aggravarsi della situazione, dando vita ad un unico “Cartello sociale” , la cui voce però, purtroppo, con danno non lieve per l’intera comunità, è rimasta inascoltata. E quindi la voce ufficiale della Chiesa agrigentina contro i disastri della sanità pubblica si è fatta sentire, direttamente, senza equivoci, attraverso la voce del suo Vescovo S.E. Mons. Alessandro Damiano.
Chiaro e forte il richiamo all’art.32 della Costituzione, che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Naturalmente con il commento che, nonostante la chiarezza del dettato costituzionale, il disastro nella sanità pubblica è andato colpevolmente avanti, in maniera fin troppo evidente, incredibilmente, da un buon decennio, con riprovevole trascuratezza da parte dei Governi che si sono succeduti.
Perciò la denuncia di un “servizio sanitario nell’agrigentino, prossimo al collasso”, a causa di “un decennio di definanziamento, di chiusure di ospedali e reparti, di tagli indiscriminati al personale, ai posti letto, ai servizi”. Un decennio, a partire dal 2013, che – (si è fatto osservare da più parti, per chiarezza ed essere concreti !) – ha visto in Italia i Governi presieduti da Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi….logicamente, con la fiducia delle forze politiche, che è facilissimo individuare; governi accusati, formalmente, dall’opinione pubblica, del disastro in corso, dato che non hanno nemmeno pensato a sostituire il personale sanitario, cioè medici, infermieri e quant’altro, che per motivi di età andavano in pensione….Una trascuratezza che ha davvero dell’incredibile ! con quale scopo ? Adesso proprio oggi, contro tutto questo disastro, la cronaca registra che la voce dell’arcivescovo Alessandro non è rimasta inascoltata e perciò, anche per questo, si è, a nostro giudizio!) più facilmente, formato un “Coordinamento Regionale dei Comitati per il Diritto alla Salute nella Regione Sicilia”, che ha chiamato a raccolta, altri “ Comitati a difesa degli ospedali di periferia, tra cui anche quello del barone Lombardo di Canicatti’. E, in un documento approvato all’unanimità, si parla di “preoccupante deriva del Sistema Sanitario Regionale Siciliano, che in molti territori non esprime e non realizza più principi cardine, quali la globalità delle prestazioni, l’universalità dei destinatari, l’uguaglianza di trattamento e l’equità”.
Si parla inoltre dell’ “osservanza e rispetto dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) e dei Livelli Essenziali dell’Assistenza (LEA)”, tenuto conto che “molti ospedali, da sempre importanti e irrinunciabili presidi a tutela della salute della popolazione residente, sono stati depotenziati da politiche che possiamo definire di de-ospedalizzazione” “Occorre ridare” -prosegue il documento del Coordinamento– “la dignità perduta a tutti i nosocomi, sottomessi anche alla logica economicistica dei tecnocrati”.
Infine, il Coordinamento Regionale dei Comitati per il Diritto alla Salute Regione Sicilia formula le proposte che di seguito si riportano testualmente: “-la nomina in tempi rapidi dei nuovi direttori generali delle ASP; -le immediate e definitive disposizioni per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel sistema dell’emergenza-urgenza negli ospedali; -le disposizioni per l’istituzione dei Dipartimenti interaziendali di anestesia e rianimazione e per altre aree dei diversi comparti; -l’aumento del monte ore per gli specialisti ambulatoriali territoriali, accrescendo così l’offerta specialistica, che si rifletterebbe positivamente nel limitare gli accessi impropri in pronto soccorso; -la stabilizzazione del personale precario; -l’utilizzo con contratti a ore di personale sanitario volontario in quiescenza; -il rispetto dei parametri del D.M. n 70 2015”.