Lampedusa, preso trafficante di uomini: torturava in Libia i migranti
Le vittime venivano sottoposte a sevizie, anche in diretta telefonica con i propri parenti, ai quali veniva richiesto il pagamento di un riscatto per porre fine alle sofferenze dei loro cari.
Ha torturato, seviziato e stuprato i migranti rinchiusi nella “safe house”, spesso per ottenere denaro, prima che partissero verso le coste italiane. La polizia di Stato ha fermato un ventenne ghanese ritenuto essere un trafficante di uomini. Nei giorni scorsi, l’uomo, sbarcato lo scorso 5 marzo a Lampedusa, è stato sottratto da un tentativo di linciaggio da parte di alcuni immigrati che lo avevano riconosciuto.
Dal racconto dei migranti è emerso che venivano sottoposti a sevizie, anche in diretta telefonica con i propri parenti, ai quali veniva richiesto il pagamento di un riscatto per porre fine alle sofferenze dei loro cari. “Spesso collegava degli elettrodi alla mia lingua per farmi scaricare addosso la corrente elettrica” racconta una delle vittime. “Porto ancora addosso i segni delle violenze fisiche subite, in particolare delle ustioni dovute a dell’acqua bollente che mi veniva versata addosso”, spiega un altra persona seviziata. Questa sono alcuni degli atroci racconti arrivati che si sono rivelati decisivi e che hanno convinto i pm ad emettere un provvedimento di fermo.
Il Gip ha disposto la custodia cautelare in carcere per le ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla tratta, al sequestro di persona, alla violenza sessuale, all’omicidio aggravato ed al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Dda e Mobile, per alcuni reati consumatisi interamente all’estero, hanno potuto procedere sulla base di una richiesta del ministro della Giustizia.
La Squadra Mobile di Agrigento, guidata da Giovanni Minardi e Vincenzo Di Piazza, lo scorso 14 marzo, ha eseguito il decreto del P.M. che in data odierna è stato convalidato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano.
Con lo stesso provvedimento il Gip ha, altresì, disposto la custodia cautelare in carcereper i reati, tra l’altro, di associazione a delinquere finalizzata alla tratta, al sequestro di persona, alla violenza sessuale, all’omicidio aggravato e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, oltre che per i singoli reati scopo, realizzati in concorso con altri trafficanti.
Per alcuni dei reati, consumati interamente all’estero, si è potuto procedere sulla base della richiesta del Ministro della Giustizia.
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