Sarà ricordato domani a Favara nella Chiesa di S. Vito, la figura di un grande Santo, S. Vincenzo dei Paoli , gigante della carità, vissuto tra il 1581 ed il 1660, in un periodo considerato dagli storici tra i più splendidi, ma nello stesso tempo più corrotti della storia della Francia, con tante situazioni di diffusa povertà. In questo contesto, si impone proprio in Francia la figura di Vincenzo Dei Paoli, ordinato sacerdote nel 1600 a 19 anni, e che nel 1605 mentre viaggiava da Marsiglia a Narbona, fu fatto prigioniero dai pirati turchi e venduto come schiavo a Tunisi. Inaspettatamente liberato dal suo stesso padrone, che convertì alla fede cristiana, sentì forte in lui il desiderio di recare sollievo materiale e spirituale ai galeotti ed ai diseredati, ai poveri, ai malati ed ai sofferenti, orientando perciò decisamente, in questa direzione la sua vocazione sacerdotale a cui il Signore lo aveva chiamato. Lunghissimo l’elenco delle opere di assistenza da lui prodotte e portate avanti con l’ausilio di numerosi collaboratori, che quest’uomo dall’aspetto rozzo, ma di una simpatia spirituale che incantava, sapeva scegliere e formare. Sempre animato da un ardente fuoco di carità e da una grande sapienza organizzativa, Vincenzo dei Paoli, concepì le sue opere con la strategia di un piano di battaglia, condotto con travolgente energia in relazione alle concrete situazioni della società francese del tempo. Verso ciechi, pazzi, ammalati, poveri, ex-carcerati della periferia parigina, seppe suscitare tantissimi esempi di grande generosità e quindi amministrò enormi capitali, al punto da far dire in giro che il ministro francese delle finanze avesse un bilancio più stretto del suo. Era il bilancio della divina Provvidenza, dove il capitale veniva associato alla Grazia. E nella sua banca della carità i capitali non ristagnavano. Lo spirito vincenziano, senza fare rumore, silenziosamente, si è diffuso in Francia, in Europa e nel mondo. E continua ancora beneficamente a diffondersi. A distanza di tanti anni nel 1833, in un periodo culturalmente travagliato, un professore universitario della Sorbona, Federico Ozanam dà vita alla prima delle “Conferenze di carità”, che subito si diffondono in Francia e gradualmente anche nel mondo. Si tratta di associazioni essenzialmente laicali, in cui alcuni laici. Prima gli uomini e poi anche le donne, assumendosi la loro responsabilità, nello spirito del Vangelo, testimoniano vicinanza e solidarietà alla famiglie bisognose che visitano periodicamente. I VINCENZIANI – (Dame della Carità, Servi dei Poveri, Suore Figlie della Carità, Conferenze S. Vincenzo con gli aderenti al volontariato vincenziano) – impegnano la loro vita con gesti concreti di solidarietà verso gli ammalati e verso le categorie socialmente deboli, supplendo troppo spesso, specie nei bisogni più immediati, alle tante carenze delle pubbliche istituzioni. Un problema quest’ultimo delle pubbliche istituzioni, che tocca direttamente la politica che, soprattutto degli ultimi anni non ha saputo dare risposte adeguate ai problemi emergenti, al punto che oggi la povertà si è enormemente dilatata e ci sono in Italia 8 milioni di poveri censiti dall’ISTAT. Ed i vincenziani si devono fare carico della povertà purtroppo allargata ed aumentata soprattutto in Sicilia ed in terra agrigentina. Questa la situazione ! Intanto un maggiore impegno nell’azione con la forza della preghiera. Perciò la Società S. Vincenzo dei Paoli— Associazione Consiglio Centrale Agrigento, che riunisce le varie Conferenze dei diversi paesi della diocesi, diretta dal prof. Rosario Marchica, unitamente alle Consorelle ed ai Confratelli della Conferenza S.Vincenzo di Favara diretta dal prof. Salvatore Fanara, domani 27 settembre festa di S. Vincenzo dei Paoli, nel pomeriggio alle ore 18, si ritroveranno nella Chiesa di S, Vito per un momento di riflessione e di preghiera comunitaria, partecipando anche alla celebrazione della S. Messa. (Diego Acquisto)