Imbarazzo generale ! E tra le tante espressioni che si sentono, dure, pesanti, se non addirittura irriferibili, ci sembra l’espressione politicamente più elegante e corretta.
E ciò per esprimere una situazione che forse mai gli italiani avrebbero potuto e voluto immaginare, specie quando si viene convocati per un adempimento così carico di responsabilità, come quello che in democrazia è il giorno delle elezioni politiche.
Giorno in cui i cittadini devono votare per un modello di società, dando la fiducia ad un Partito e scegliendo tra i candidati, quelli più affidabili per preparazione, rigore morale e coerenza.
Il cosiddetto “Rosatellum”, che è la legge elettorale, approvata alla scadenza della legislatura, appare unanimemente una legge disastrosa, vituperata, e vista proprio come una carta di identità davvero poco lusinghiera dei Partiti che l’hanno concepita ed approvata.
E nel generale disprezzo e vituperio, dovuto al fatto che sembra pensata apposta per limitare al massimo la sovranità popolare, nessuno certamente dimentica che il Parlamento che si è sciolto risultava eletto e quantitativamente composto da un certo numero di Parlamentari, secondo quanto previsto dalla precedente legge, cosiddetta “Porcellum”, dichiarata incostituzionale.
L’attuale situazione italiana, dopo gli ultimi cinque anni, poi è quella che è; diversa da quella che viene raccontata con una certa interpretazione di alcune statistiche.
Una situazione socialmente disastrosa, specialmente al Sud e nelle isole, dove la povertà si è molto dilatata, la forbice delle diseguaglianze non ne parliamo, e con le mille facce delle forme vecchie e nuove di schiavitù a cui deve sottostare chi ha la fortuna di trovare un lavoro.
L’imbarazzo allora , oltre che dal caos della scheda elettorale figlia del “Rosatellum”, quindi parte anzitutto da questa situazione sociale e quindi, subito dopo, dal modo con cui sembra ormai avviarsi a conclusione la campagna di elettorale ricca di polemiche, veleni, parole fuorvianti e promesse.
Promesse a cui si vorrebbe credere, senza però riuscirci, perché nella gran parte chiaramente illusorie, fuori della concreta realtà e sulle labbra di chi manca di credibilità personale.
Un argomento poi che, stranamente, viene generalmente e strategicamente eluso, tranne qualche eccezione,… e su cui invece una grande fascia di opinione pubblica gradirebbe molto sentire parlare, è quello del taglio degli elevati stipendi della casta e clientela politica collegata. Remunerazioni, rimborsi e indennità varie d‘oro, vitalizzi perpetui per sé ed eredi non si sa sino a quale generazione,…. privilegi , trattamenti sanitari del tutto gratuiti ed assicurazioni varie, anche contro eventuali morsi di zanzare.
Insomma una montagna di assurdità che pesano sul bilancio statale e su cui si preferisce tacere. E nel silenzio continuare tranquillamente come se nulla fosse, mentre la situazione sociale di povertà continua ad ingoiare nuove fasce sociali e tante famiglie.
Sui privilegi dei politici ha recentemente alzato la voce anche il parroco dell’Albergheria di Palermo, Don Cosimo Scordato.
Egli ha detto: “Per motivi di equità sociale gli stipendi più alti dovrebbero essere abbassati, compresi quelli dei presidenti di Senato e Camera e quello del presidente della Corte costituzionale, e andrebbero aumentati gli stipendi più bassi“. Poi per la Sicilia in particolare : “siamo ultimi in tutto. Il nostro statuto speciale non ci é servito a niente. Tanto vale che diventiamo una regione normale. Non voglio fare un appello ai leader politici candidati alle elezioni nazionali perché le promesse che farebbero non sarebbero credibili. Le indennità e gli stipendi di politici ed amministratori pubblici hanno creato delle situazioni di privilegio. E’ ingiusto il fatto che da un lato si tenda a salvaguardare diritti e privilegi acquisiti ma dall’altro però non si tiene in considerazione la condizione più diffusa di indigenza di tante persone che non hanno diritti e opportunità lavorative adeguate. … Molti giovani preparati non trovano lavoro, …gli anziani vivono con pensioni molto basse…”.
Insomma emerge una situazione che definire di imbarazzo per la ricorrenza del voto, sembra avvero un eufemismo. Voto a cui bisogna comunque doverosamente cercare di partecipare, pur nell’amara constatazione di una politica fuori della realtà concreta, lontana dalle problematiche del territorio e della situazione economica della gente. Gente che, – per esempio in Sicilia – si vede consegnare, tra l’altro per servizi assolutamente carenti, delle bollette di pagamento non in proporzione col proprio reddito familiare.
Non solo !… per chiarezza, facciamo un solo esempio che riguarda la realtà che ci circonda …quella del servizio idrico: bollette che sono complessivamente assai superiori a quelle di tantissime parti d’Italia dove le famiglie hanno l’acqua corrente h24, mentre a Favara o Agrigento, se va bene, solo due volte la settimana e solo per qualche ora.
Di fronte ad una realtà simile, in così assurda contradizione, come le Autorità politiche ce la facciano a restare in silenzio, è proprio un mistero.
Diego Acquisto