Urgente in Sicilia recuperare la partecipazione alla vita democratica
Lo dicono senza giri di parole i Vescovi delle 18 diocesi siciliane nel comunicato finale della Sessione autunnale che si è tenuta nei giorni 20-21 settembre scorsi a Caltagirone.
Una sessione preceduta da due giorni di spiritualità per rinnovare poi la Presidenza della CESi per il nuovo quinquennio pastorale 2018-2022, confermando come Presidente S.E. Mons. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania, eleggendo come Vice Presidente S.E. Mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale e Segretario S.E. Mons. Carmelo Cuttitta, vescovo di Ragusa.
Tra i diversi problemi poi affrontati, particolare attenzione è stata prestata alla situazione socio-pastorale in cui versa la nostra isola, rilevando che “numerosi bisogni che affliggono la popolazione”. E “tanto per citare alcuni esempi” fanno espresso riferimento “alla disoccupazione (specie giovanile e femminile), ancora a livelli allarmanti, e poi alla questione della formazione professionale, …a quella delle infrastrutture fragili e del dissesto idrogeologico”.
Si tratta, come precisano, solo di alcuni esempi che si impongono immediatamente all’attenzione. Perché poi, elevando il livello di osservazione, aggiungono che purtroppo “non è difficile constatare che cresce nei cittadini la delusione per la cosa pubblica insieme a una forte disaffezione per la politica, tanto da indurre molte persone a scegliere la via dell’astensionismo”.
Ed a questo punto mettono davvero il dito sulla piaga, sicuramente pensando alle ultime elezioni regionali di cinque anni fa, quando l’astensione dalle urne dei siciliani per eleggere il Presidente della Regione ha superato il 50% degli aventi diritto. Una situazione che – vogliono dire – adesso non è affatto migliorata, anzi – fanno chiaramente capire – peggiorata in vista della prossima consultazione fissata per il prossimo 5 novembre.
Un tema, questo delle elezioni, su cui la “Chiesa non può non interrogarsi” e far sentire la propria voce diretta soprattutto alle coscienze. Perché testualmente scrivono : “Lo spettro dell’astensione non è facilmente superabile e assume sempre più i connotati di una lezione da impartire a chi non vuole capire”.
Ma la protesta dell’astensione è sterile e non è una via da seguire. Non è servita cinque anni fa, con i problemi che sono accresciuti e potrebbe risultare ancora più deleteria nei prossimi cinque anni.
Alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa i Vescovi siciliani nel presente momento storico fanno proprio l’insegnamento del grande Giovanni Paolo II, che ha scritto: “… non ci può essere posto per la pusillanimità o l’inerzia. Esse infatti non sarebbero segno di saggezza o di ponderazione, ma piuttosto colpevole omissione”-
Perciò con grande chiarezza dicono che il dovere per tutti è quello di partecipare, con il coraggio di sapere scegliere. Perché “la costruzione della casa comune non può diventare appannaggio di gruppi autoreferenziali che pretendono di governare in forza dell’investitura di una parte minoritaria del popolo siciliano”.
E queste parole dei Vescovi, con il riferimento all’“investitura minoritaria” giungono proprio in questi giorni, quando da più parti si ricorda che, cinque anni fa, il 28 ottobre 2012, l’attuale Governatore uscente della regione siciliana, data l’altissima astensione degli aventi diritto, è risultato eletto da poco più del 15 per cento dei siciliani.
Perciò i Vescovi ricordano “il valore della democrazia partecipativa, alla luce del magistero sociale della Chiesa, con particolare riguardo a un saggio discernimento personale e comunitario dei candidati e dei programmi”.
Insomma il dovere grave di andare a votare riflettendo, informandosi, riguardo ai programmi ed alla credibilità che offrono i candidati, ai quali “si chiede competenza, correttezza e coerenza morale nell’impegno socio-politico-amministrativo con un netto rifiuto delle varie forme di corruzione e di clientelismo”.
E dopo avere suggerito alla varie Associazioni di organizzare incontri e dibattiti con i candidati, l’auspicio dei Vescovi è che, chiedendo “competenza, correttezza e coerenza morale”, la prossima campagna elettorale possa essere “corretta e leale, attenta ai problemi concreti”.
Tutte indicazioni quelle dei Vescovi che se messe in pratica portano davvero a superare l’attuale complesso e contraddittorio quadro politico siciliano, caratterizzato ancora in questi giorni dalla strategia di elusione dai concreti problemi. Ed invece ricco di sterili polemiche, giochi politici, spregiudicate manovre di cambi di casacca, unicamente finalizzati al conquista del potere fine e se stesso.
Diego Acquisto