AGRIGENTO. L’università di Agrigento riparte dalla partnership con la Romania. Il prossimo autunno potrebbero essere già operativi dei nuovi corsi di laurea al Consorzio universitario di Agrigento grazie alla convenzione stipulata tra il Cua e l’università romena “Dunarea” di Galati. I primi sopralluoghi tecnici per rendere operative le aule e i laboratori dovrebbero iniziare tra qualche giorno e la sede dei corsi sarà quella attuale di via Quartararo, a Calcarelle.
Obiettivo sarebbe l’avvio di un corso in Ingegneria Agroalimentare triennale, con tre specializzazioni biennali dedicate a singoli settori. Ma il progetto dell’università l’università romena è ancor più radicato nel territorio. L’obiettivo è quello di creare una partnership con le aziende locali, provinciali: imprese che si occupano di olio, vino, ma anche della raccolta e trasformazione degli agrumi ed anche con imprese ittico-conserviere. Si lavorerà per inserire e proiettare gli studenti nel mondo del lavoro. all’interno delle aziende sono previsti, nel progetto dell’università romena, attività di tirocinio e stage. Si lavorerà sulle risorse e materie locali, in un ottica diversa dal solito: riutilizzando ad esempio gli scarti di lavorazione per produrre prodotti per la cosmetica o l’agricoltura. Previsto per il prossimo anno accademico anche un master realizzato tramite il conservatorio di Messina.
L’università di Palermo conferma invece il suo interesse a garantire su Agrigento solo il corso in Servizio sociale e null’altro.
Ma i consiglieri comunali Giorgia Iacolino e Salvatore Falzone lanciano un allarme, perché a loro dire le prospettive future per il Consorzio Universitario di Agrigento sono incerte. “Serve un intervento legislativo – dicono”. La questione era stata trattata durante il Consiglio comunale straordinario che si era svolto nel mese di aprile. “Non sono serviti – dicono Iacolino e Falzone – gli accorati interventi del Consiglio comunale di Agrigento per rilanciare un nuovo corso del Consorzio Universitario di Agrigento che continua a perdere pezzi ed aree di formazione che hanno fatto la sua storia ventennale. E non confortano nemmeno le ipotesi di nuovi corsi di formazione con poco conosciute università della Romania. Manca un indirizzo politico chiaro ed una legislazione che assicuri la dovuta copertura finanziaria a percorsi universitari che garantiscano il diritto allo studio agli studenti specialmente della nostra provincia.
Serve un intervento legislativo del Parlamento siciliano-concludono Iacolino e Falzone – che salvaguardi il presidio di cultura e formazione che nel passato ha rappresentato il Consorzio, altrimenti ridotto ad un ruolo marginale, che penalizza le famiglie e gli studenti specialmente quelli meno abbienti”. Il presidente del Consorzio, Pietro Busetta risponde a chi sostiene che il consorzio è agonizzante: “Stiamo lavorando al rilancio dell’università agrigentina. Posso assicurare – continua l’economista palermitano – che, anche se l’anno 2018-2019 sarà quello della massima crisi, stiamo lavorando per un rilancio sostanziale del consorzio di Agrigento, insieme peraltro all’importante struttura del Polo universitario, diretto egregiamente da Ettore Castorina e con il quale si lavora in sinergia, che occupa oltre 30 addetti dell’università e che si colloca a villa Genuardi”.