AGRIGENTO. Questa è una tecnica di 30 anni fa, effettuata nel 1986 al Policlinico le Scotte di Siena ed in altri Ospedali di Alta Specializzazione d’Italia. Finalmente, è giunta ad Agrigento! Di competenza esclusiva della Chirurgia Vascolare e non Cardiologica; ancor più la tecnica, è prettamente neurochirurgica o neuro-radiologica, con la guida del Chirurgo Vascolare. Senza la partecipazione del neurochirurgo, la sicurezza del paziente è garantita dal punto di vista neuro-cerebrale?
Lo scrive in una nota il dottor Aldo Capitano, chirurgo vascolare e sindacalista dirigente dell’Usb – Asp Sanità di Agrigento.
Per garantire l’ intervento, dovrebbe essere eseguito da una equipe multidisciplinare. Questa delicatissima prestazione potrebbe mettere a serio rischio il paziente, se non seguita da più specialisti .
“Una paziente francese, di Agrigento, ha subito un intervento all’arteria femorale ad un arto inferiore, poi deceduta, per conseguenze trombo – emboliche, parrebbe per serie complicazioni post – endoscopiche…” Per questo sostengo che bisogna stare molto attenti e lavorare in equipe pluridisciplinare.
Come mai , a suo tempo il Dottor Silvio Lo Bosco non ha attuato questo tipo d’interventi quando ricopriva la Direzione, “il Primariato” presso le strutture complesse in chirurgia vascolare, prima a Licata e poi ad Agrigento? La sua statistica di cosa è composta?… Come mai la Chirurgia Vascolare dell’Ospedale di Agrigento e di Licata non avrebbe una statistica relativa ad interventi di Alta Chirurgia Vascolare?
Un cardiologo emo-dinamista quale Caramanno, è riuscito nell’intento!…. Mentre la Chirurgia Vascolare dell’Ospedale, come mai non ha apportato mai queste tecniche a salvaguardia dei pazienti ,con l’ausilio di una equipe e di un neurochirurgo, sin da quando è stata istituita ?….