Qualche considerazione sul Piano Pastorale Diocesano 2016-17 …. tra sogno e realtà
Di Diego Acquisto – Un sogno che con l’impegno di tutti e l’aiuto dall’Alto dovrebbe diventare realtà. Ci sembra questa l’idea di fondo su cui presbiteri e laici sono invitati a riflettere. Un messaggio che, a diverse riprese e da differenti angolature, si veicola nella ricca documentazione che parrocchie e gruppi ecclesiali della nostra vasta arcidiocesi agrigentina, proprio in questo periodo di Avvento, inizio del nuovo anno pastorale 2016-17, ricevono dalla Curia ed in spirito di comunione devono assimilare e calare nel proprio ambiente , se necessario, con gli opportuni accorgimenti e la necessaria gradualità.
Il sogno di una Chiesa che, – anzitutto nei diversi Comuni, ognuno con la sua sensibilità, storia e tradizioni religiose e civili – deve trovare ancora “la disponibilità a ripensare la sua presenza e la sua azione nel territorio”, per vivere la gioia del Vangelo ed il dovere di radicarlo nel territorio.
Il tema di fondo, “Verso l’altra riva”, che scaturisce dall’icona evangelica sulla traversata del lago di Gennesaret ( Mt. 14,22-36), vuole riprendere e rilanciare questo sogno di una Chiesa più presente, più incarnata nel tessuto sociale, più incisiva nel quotidiano degli abitanti, con l’unica forza della Parola, che è seme e lievito, di vera umanità e di progresso.
Assodato ormai, in continuità del lavoro pastorale degli anni precedenti, che “è finito il tempo della parrocchia autosufficiente”, superando la stessa ottica delle “Unità Pastorali” per incamminarci verso la visione più ampia dei “Poli Pastorali”, si deve tendere con maggiore impegno ed organicità verso una “progettualità organica ed una condivisione sistematica dell’azione pastorale di più parrocchie in uno stesso territorio”.
Nella nuova visione che “obbliga” a considerare di fatto superati i confini pastorali, (tra l’altro, nel passato talvolta fonte di negativa tensione !), la spinta ad assimilare la nuova logica evangelizzatrice, per cui “ non è la parrocchia che ha un territorio, ma è il territorio che è servito da una o più comunità parrocchiali”.
Il primato insomma spetta al territorio che deve essere servito … e tutte le comunità verso questo obiettivo devono convogliare al meglio le loro forze.
Ed in questo senso, credo che vadano lette le parole pacate e sagge del Pastore della Chiesa Agrigentina, il card. don Franco Montenegro, che dice: “Solo se sapremo la sciare le nostre “rive” riusciremo ad incontrare persone e famiglie, di cui forse neppure conosciamo l’esistenza….Se al contrario non ci decideremo a lasciare queste “rive” resteremo un piccolo mondo a parte, autoreferenziale e chiuso in se stesso, capace solo di stare a guardare da lontano, imporre regole dall’alto e giudicare a distanza. …Il tempo della Chiesa è …una lunga traversata nel grande mare della storia, in una situazione di sospensione tra rive che dobbiamo continuamente lasciare e rive che noi abbiamo ancora raggiunto sospinti da un’incontenibile passione per l’umano e al forte desiderio di farci compagni di strada di tutti, soprattutto di chi è lasciato a se stesso ed abbandonato ai margini della vita…. ”.
Diego Acquisto