I problemi amministrativi Favara, tra realismo, rassegnazione e nuove ipotesi
Forse riusciamo con questo titolo a cogliere, almeno in qualche modo, la situazione amministrativa della città, che nel giugno di 17 mesi fa, nel turno di ballottaggio, a stragrande maggioranza, ha affidato all’attuale Sindaca Anna Alba ed al suo Movimento di cui si definiva “portavoce” il governo di Favara.
Un mandato plebiscitario, che per la verità non pochi oggi affermano che non si ripeterebbe, almeno in quelle dimensioni, pure dopo la recente consultazione per le regionali del 5 novembre scorso, in cui il Movimento 5Stelle è risultato il primo Partito di Favara , riuscendo anche a fare eleggere all’Assemblea Regionale un suo esponente nella persona di Giovanni Di Caro, al quale in molti abbiamo formulato e formuliamo fervidi e sinceri auguri di impegno per il bene comune di Favara e della Sicilia.
Nel giugno 2016, formulando gli auguri al primo neo Sindaco-donna, da parte di tutti si coglieva nell’aria l’opinione che oggi più che mai, la politica deve rendersi conto, che bisogna operare in sintonia con i cittadini attraverso la trasparenza, la correttezza, il contatto diretto e personale. Evitando sicuramente fughe in avanti, ma pilotando senza tentennamenti il cambiamento e comunque fermando decisamente la discesa verso il negativo.
Ora per quanto riguarda il contatto con i cittadini qualcosa sicuramente è stata fatta, così come ancora di più sul piano della correttezza, meno però sulla trasparenza, non solo perché tra le varie esplicite e formali promesse – (come quella ad esempio del servizio pubblico in piazza Cavour !….e non capiamo perché non si sia subito ricostituito il “Comitato pro cesso”… magari con le stessa leadership !)- , non è stata mantenuta la promessa sulla trasparenza, con la diretta di Sicilia-TV , o anche solo streaming, delle sedute del Consiglio Comunale, ma nemmeno sul piano finanziario, considerato che ancora non si conosce il piano economico stabilmente riequilibrato.
Per quanto riguarda le negatività, – a parte il coraggio messo in atto per lasciare i locali in affitto degli Uffici Comunali, creando però inevitabilmente disagio non solo agli impiegati ma anche alla popolazione – gli occhi dei cittadini sono continuamente costretti a puntare lo sguardo non solo sul caotico traffico cittadino, ma anche sulle pericolose buche delle strade. Buche vecchie e nuove. Sì, proprio così perché oltre a quelle della precedente gestione, si sono aggiunte e si vanno aggiungendo quelle nuove.
E qui entra in gioco il realismo del cittadino favarese ! Che pensa e ragiona dicendo che se le strade avevano buche quando non c’era il dissesto e con fior di politici che guidavano la macchina amministrativa, tanto più ora bisogna sopportare, visto che c’è il dissesto, mancano i soldi, e ad amministrare c’è gente con diversa e minore competenza, in considerazione del fatto che la popolazione ai navigati amministratori ha preferito gente nuova, che logicamente ha bisogno di tempo, supposto che si riesca a trovare il denaro. Cosa chiaramente non facile !
In questo quadro generale, con tutti i problemi di povertà e di paurosa disoccupazione, non mancano a Favara fermenti che oltre a pungolare l’immediato, mi pare proprio che vogliano guardare più avanti.
Perché la democrazia è un valore prezioso, si fonda su un modello di vita sociale basato sul consenso e sulla partecipazione, con la guida di chi viene liberamente scelto dal popolo.
E Favara ha davvero bisogno di voltare pagina, non a parole, ma davvero, mettendosi decisamente alle spalle atteggiamenti e comportamenti del recente passato, che hanno negativamente caratterizzato, la vita politica ed amministrativa. E tante trascuratezze, che costituiscono la povertà del Comune, possono essere davvero evitate, senza bisogno di allungare i tempi o di rifugiarsi nella progettualità a lunga scadenza, sicuramente necessaria ed importante, ma valorizzando ed organizzando meglio il personale in servizio ed affrontando con più determinazione e grinta tante piccole cose, che sono poi quelle che intanto danno immediatamente più fiducia e speranza ai cittadini.
Ed a proposito di fermenti, fortunatamente la cronaca politica favarese, registra pure il fatto che pare proprio che sia già nato, anche se ancora non pubblicato un nuovo “gruppo” politico formato da ex –consiglieri comunali e non solo; oppure, da altra sponda, credo decisamente diversa, l’interessante proposta di costituire intanto “ … un gruppo, che a prescindere dalla collocazione o dai colori politici, si impegni per un confronto costruttivo e propositivo” per affrontare concretamente e subito i problemi.
E come altre volte ho avuto modo di dire, la Chiesa, anche tramite il CPC, come in passato continuerà a seguire l’evolversi della situazione, offrendo il suo contributo di riflessione.
E, quando necessario, (perché no ?) di salutare pungolatura, anche a costo di essere incompresa, ma nella logica di volere aiutare i più svantaggiati, con il coraggio anche di sbagliare e di “sporcarsi le mani”.
Diego Acquisto