LICATA. L’associazione “A testa alta”, che ha fatto partire l’inchiesta con le proprie denunce e si è costituita parte civile, chiede la trascrizione di altre intercettazioni e l’udienza preliminare, scaturita dall’inchiesta che ipotizza delle irregolarità nella realizzazione del progetto del porticciolo turistico di Licata, è stata dunque rinviata. Gli avvocati Antonino Gaziano, Girolamo Rubino e Michele Ambra, difensori dei due imputati (il dirigente del dipartimento Urbanistica del Comune di Licata, Vincenzo Ortega, 57 anni e l’imprenditore di Caltanissetta Luigi Francesco Geraci, 74 anni, responsabile della società che ha realizzato la struttura), hanno chiesto, peraltro, un interrogatorio del propri assistiti che avverrà solo dopo avere contezza delle nuove intercettazioni. I due imputati sono accusati di abuso di ufficio in concorso e – il solo Ortega – di falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale.
Lo scrive stamattina il Giornale di Sicilia.
La vicenda si riferisce alla realizzazione della struttura, di recente sequestrata perché in seguito alla scadenza delle concessioni risulterebbe abusiva, che sarebbe stata costruita sottraendo alle casse del Comune di Licata sette milioni di euro di oneri concessori. L’udienza preliminare, in corso davanti al giudice Alfonso Malato, riprende il 2 luglio. Oltre all’associazione “A testa alta”, presieduta da Antonino Catania e rappresentata in giudizio dall’avvocato Lillo Fumo, si è costituito il Comune di Licata, rappresentato dall’avvocato Salvatore Pennica. Al centro della vicenda la realizzazione del complesso denominato “Porto turistico Marina Cala del sole” con centinaia di posti barca e altri servizi annessi fra i quali spiaggia privata, camere, parcheggi e area ristorazione. Il progetto è stato realizzato dalla società “Iniziative immobiliari S.p.a”, di cui Geraci è legale rappresentante e, nel 2006, ha ricevuto una concessione di superficie demaniale marittima. A Ortega si contesta di avere avuto un atteggiamento di favoritismo nei confronti della società, che in un primo momento realizzò pure un centro commerciale, in seguito venduto a un gruppo calabrese, facendogli risparmiare oltre 7 milioni di oneri concessori che, sostiene la Procura anche sulla base di una consulenza tecnica, redatta dall’architetto Luciano Montalbano, sarebbero stati dovuti per la realizzazione di una serie di strutture e, in particolare, di cabine, locali commerciali e servizi di varia natura connessi.
ECCO IL COMUNICATO DELL’ASSOCIAZIONE A TESTA ALTA
Con la richiesta dell’associazione “A testa alta” di procedere, con le forme della perizia, alla trascrizione di circa 90 intercettazioni telefoniche acquisite nel periodo compreso tra il novembre 2012 e il luglio 2013, si è tenuta questa mattina una nuova udienza preliminare del processo nei riguardi di Vincenzo Ortega, dirigente del Dipartimento urbanistica del Comune di Licata, e di Luigi Francesco Geraci, l’imprenditore nisseno che ha realizzato il porto turistico Marina di Cala del Sole di Licata. Le intercettazioni si aggiungono a quelle, circa 40, già indicate dal Pubblico Ministero nella scorsa udienza.
Al dirigente Ortega e a Geraci la procura contesta il reato di abuso d’ufficio per avere il primo, con plurime condotte e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, emanato una serie di atti illegittimi al fine di favorire indebitamente il Geraci, rappresentante legale della società Iniziative Immobiliari, che nel 2006 ottenne la concessione demaniale marittima per la realizzazione del “Marina Cala del Sole”. Ortega, secondo quanto ipotizzato dalla Procura, avrebbe intenzionalmente procurato all’imprenditore un ingiusto vantaggio patrimoniale consistente nell’indebito risparmio, in assenza dei presupposti oggettivi e soggettivi previsti dal Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, rappresentato dall’esonero dal versamento degli oneri concessori per un totale di circa 7,2 milioni di euro, con conseguente pari danno per il Comune di Licata. Al solo Ortega vengono inoltre contestati i reati di falsità materiale e ideologica commesse in atti pubblici per avere falsamente attestato la sussistenza dei presupposti giustificativi dell’esonero, con l’aggravante di aver commesso il fatto per eseguire e occultare l’abuso.
L’inchiesta – come sottolineato dal Procuratore della Repubblica Luigi Patronaggio nel corso di una conferenza stampa – prende le mosse da un voluminoso dossier dell’associazione “A testa alta”, che aveva denunciato tutta una serie di illeciti, e si muove su diversi filoni d’indagine, tra cui quello che ha portato al sequestro preventivo, per occupazione demaniale abusiva, del “Marina di Cala del Sole” e che vede coinvolti, oltre al dirigente Vincenzo Ortega e al costruttore Geraci, altri venti indagati, tra cui il dirigente del Dipartimento servizi finanziari, Andrea Occhipinti, e la responsabile dello Sportello unico per le attività produttive, Giuseppa Maria Pia Amato.
Dall’articolata indagine – supportata da numerose intercettazioni – sarebbe emerso, secondo quanto riferito in conferenza stampa, un «rapporto confidenziale del tutto anomalo e improprio tra il costruttore Geraci e il dirigente Ortega che, al telefono, lo istruiva su come aggirare le norme».
I difensori degli imputati hanno chiesto e ottenuto un rinvio dell’udienza per esaminare la richiesta avanzata oggi dall’associazione.
Si torna in aula il prossimo 2 luglio.
Intanto prosegue l’analisi, da parte dell’associazione, di circa 35.000 reperti fonici, provenienti dalle intercettazioni telefoniche acquisite nel corso delle indagini, trasmessi al GIP con la richiesta di rinvio a giudizio.