PALMA DI MONTECHIARO. Saranno interrogati domani, i due fermati di indiziato di delitto per il tentato omicidio di Leandro Onolfo, 25 anni di Palma di Montechiaro. Si tratta di Giuseppe Incardona di 52 anni e Francesco Gueli di 42 anni. I due palmesi, dopo la notifica del provvedimento, sono stati portati alla casa circondariale «Di Lorenzo« di Agrigento.
Quello che è accaduto martedì sera – un duplice tentato omicidio – fra le vie Salvatore Quasimodo, Pinzarro e Sottotenente Palma sembrerebbe essere, per investigatori e inquirenti, chiaro. Non lo è invece – almeno ieri non veniva reso noto – il perché, ossia il movente.
Martedì sera, tra le vie Quasimodo e Pizarro, vi sarebbe stato – ha ricostruito ieri la Questura di Agrigento – un inseguimento tra due autovetture. I passeggeri di una macchina hanno esploso alcuni colpi di pistola, calibro 7,65, contro una Fiat Panda. Quattro i proiettili che si sarebbero conficcati nell’utilitaria. Otto invece i bossoli che sono stati rinvenuti e sequestrati, dalla polizia, in via Salvatore Quasimodo.
«Dopo circa mezz’ora, in via Sottotenente Palma, un colpo di pistola attingeva all’addome Leandro Onolfo» – prosegue la ricostruzione ufficiale della Questura – . Venticinquenne che è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico all’ospedale «San Giacomo d’Altopasso» di Licata e poi trasferito a Terapia intensiva al «San Giovanni di Dio» di Agrigento.
Il giovane, adesso, sta meglio e i medici hanno sciolto la prognosi.
I poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento, coordinati dal commissario capo Giovanni Minardi, e gli agenti del commissariato di Palma di Montechiaro, con in testa il commissario capo Tommaso Amato, hanno immediatamente avviato – con il coordinamento dei sostituti procuratori Alessandra Russo e Simona Faga – l’inchiesta sui due gravissimi episodi.
«Secondo la polizia giudiziaria, Giuseppe Incardona, a seguito di una lite, avrebbe inseguito con la sua autovettura Francesco Gueli – scrive la Questura – sparando e colpendo la Fiat Panda. Gueli dopo aver nascosto l’utilitaria danneggiata si sarebbe armato e avrebbe raggiunto la via Sottotenente Palma, luogo dove, per ragioni ancora da chiarire, avrebbe esploso il colpo di pistola che ha attinto Leandro Onolfo».
Colpo di pistola sparato con una calibro 45. Il giovane pare che abbia cercato di disarmare il parente che forse avrebbe voluto vendicarsi di Incardona.
Su questo «fronte», investigatori e inquirenti ieri non hanno fatto specificazioni. Già durante la sera di martedì, i poliziotti hanno effettuato varie perquisizioni, sequestrato abiti e autovetture – elementi ritenuti utili alle indagini – e hanno fatto sottoporre alcune persone agli accertamenti tecnici finalizzati a rilevare tracce di residui di polvere da sparo. Elementi che hanno determinato, nella tarda serata di venerdì, il sostituto procuratore Simona Faga ad emettere i due fermi. Francesco Gueli ha nominato, come suoi difensori di fiducia, gli avvocati Giovanni Castronovo e Santo Lucia, mentre Giuseppe Incardona ha nominato l’avvocato Giuseppe Vinciguerra.