PALMA DI MONTECHIARO. Sono due le persone: il ferito e il proprietario dell’auto danneggiata che sono state sottoposte – dalla polizia di Stato – all’esame dello “Stub”: l’accertamento che serve per la ricerca di eventuali tracce di polvere da sparo. Gli esiti della Scientifica di Palermo dovrebbero arrivare nei prossimi giorni e potrebbero contribuire a fare chiarezza nell’inchiesta sviluppata da polizia e Procura sul tentato omicidio del venticinquenne di Palma di Montechiaro e sull’auto crivellata da otto colpi di pistola. Non ci sono dubbi sul fatto che i due episodi che si sono verificati nel centro urbano di Palma di Montechiaro, siano collegati.
L’inchiesta – degli agenti del commissariato di Palma di Montechiaro e della Squadra Mobile della Questura di Agrigento – ha già permesso, e non è stato semplice, di ricostruire, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Alessandra Russo, cosa sia accaduto.
Nella serata di martedì, i poliziotti, al 113, hanno semplicemente raccolto una chiamata che segnalava “colpi d’arma da fuoco” in via Salvatore Quasimodo. Da quel momento in poi, per oltre due ore, è stato un autentico rebus. Prima è stata ritrovata una Fiat Panda crivellata da otto colpi. Bossoli che la polizia ha sequestrato, così come l’utilitaria. Più di un’ora dopo, i poliziotti hanno avuto notizia del venticinquenne, Leandro Onolfo, che è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale “San Giacomo d’Altopasso” di Licata perché ferito con un’arma da fuoco: con una pistola calibro 45. Uno il colpo che ha centrato all’addome il venticinquenne. L’agguato si sarebbe verificato in via Sottotenente Palma, mentre il giovane si trovava sulla pubblica via. Dal momento in cui la polizia ha avuto notizia del tentato omicidio, subito è stata ingaggiata una corsa contro il tempo. Sono state effettuate decine e decine di perquisizioni, alcune delle quali ritenute di un certo interesse investigativo, e sono state ascoltate numerose persone. Gli agenti del commissariato di Palma di Montechiaro, coordinati dal commissario capo Tommaso Amato, e quelli della Squadra Mobile della Questura di Agrigento, con a capo il commissario capo Giovanni Minardi, per tutta la giornata di ieri – seppur nel più fitto, anzi categorico, riserbo – hanno continuato a sentire familiari, amici e conoscenti del venticinquenne ferito, nonché eventuali, possibili, testimoni. Non filtra, naturalmente, nessuna indiscrezione. Quanto è accaduto a Palma di Montechiaro non sembrerebbe essere opera della criminalità organizzata. Tutto ancora da capire cosa vi sia dietro il danneggiamento dell’auto e il tentato omicidio del giovane.