Ieri, 17 luglio si è espressa la Corte Costituzionale: «Illegittime le nomine dei commissari». Una scure sulla sanità agrigentina e oltre. E stato accolto il ricorso inoltrato dal Consiglio dei Ministri contro la norma varata dall’Ars durante il governo Crocetta. Ma ci chiediamo: v’è anche danno erariale?”
Il dottor Aldo Capitano, dirigente del sindacato Usb sanità provinciale dell’Asp di Agrigento, interviene con una nota sulla decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima “la normativa “ approvata dall’Ars nel mese di marzo del 2017 nel corso della Presidenza del Governatore Crocetta che, a suo tempo, dispose le nomine dei commissari di Asp ed ospedali siciliani.
“Il Consiglio dei Ministri – aggiunge Capitano – l’ha impugnata e la Corte Costituzionale, con la sentenza ha dichiarato illegittimo l’art. 3 della “legge della Regione Siciliana 1° marzo 2017, n. 4”, con il quale l’Ars , scelse a suo modo , le nomine dei commissari, con la motivazione che il nuovo elenco nazionale degli aspiranti manager non era ancora definito e l’elenco regionale non era aggiornato. Il Consiglio dei Ministri, si è opposto concretamente, su sollecitazione anche di alcuni sindacati nazionali, contrastando “la normativa” redatta da “ menti eccelse” uscendo fuori dai confini delle competenze proprie della Regione Siciliana a Statuto speciale . E ciò perché prevedeva “ commissariamenti che sovrastavano la normativa statale”, ponendosi in netto contrasto con i principi fondamentali in materia di tutela della salute violando l’art.117, terzo comma, della Costituzione ed altro ancora.
Il ricorso avanzato dal Consiglio dei Ministri contiene anche un altro importante aspetto secondo il quale le Regioni avrebbero dovuto attingere dall’elenco regionale dei direttori idonei, con la possibilità di attingere anche dagli altri elenchi di altre Regioni, atto amministrativo che la Regione Siciliana non ha condotto.
Secondo tale condotta amministrativa, la regione Siciliana, sembrerebbe essere – aggiunge Capitano – oltre una Regione a Statuto speciale, anche uno Stato a sé stante?
La Corte Costituzionale, infatti , ha dichiarato nella sentenza che : “Il mancato aggiornamento dell’elenco regionale degli idonei non vale a giustificare una previsione volta a derogare agli ordinari criteri per il conferimento degli incarichi in questione”. E questo perché “in mancanza dell’elenco regionale, l’ente territoriale deve attingere a quelli delle altre Regioni”.
La Corte Costituzionale si è anche pronunciata , dichiarando che “ non sussistono le ragioni invocate dal legislatore regionale a giustificazione dell’adozione di una disciplina temporanea ed eccezionale, che stabilisce il divieto di procedere alla nomina di nuovi direttori generali delle aziende sanitarie provinciali e, in caso di scadenza naturale dell’incarico, dispone la nomina di commissari” ….e continua …. : “la genericità della previsione regionale, che non definisce né le procedure, né i requisiti, né i termini di decadenza dei commissari, consente alla Regione di conferire gli incarichi apicali della dirigenza sanitaria in maniera ampiamente discrezionale, al di fuori del sistema delineato dal legislatore statale, mettendo quindi a rischio le finalità perseguite da quest’ultimo”.
E l’Assessore alla Salute, Ruggero Razza, prende le distanze dalle nomine commissariali del governo Crocetta, affermando che tali “ movimentazioni “ non sono state svolte, in essere , dal governo attuale Musumeci . Ed il Governo Musumeci , si sta attivando immediatamente, correndo ai ripari , con la nomina di altri direttori generali dall’elenco corrispettivo approvato.
Il Governo Musumeci, avrebbe fatto bene ad intervenire prima , motu propriu, per ristabilire la legalità amministrativa regionale, evitando anche il ricorso da parte del Consiglio dei Ministri che si è rivolto alla Corte Costituzionale.
Un altro argomento che scaturisce da questa sentenza è riferito all’illegittimità dei Commissari e delle nomine delle Unità Operative Complesse, che per discendenza, dovrebbero anch’esse risultare illegittime. E se ciò fosse una deduzione logica di questo sindacato esaminata dalla eventuale conferma della Corte dei Conti, “mala tempora currunt “ riguardo l’eventuale ritorno alle casse dello Stato , di tutte le somme percepite illegittimamente sia dai vari commissari, che gli stipendi pagati ai Capi Settori delle Unità Operative Complesse , i quali dovrebbero anch’essi corrispondere il risarcimento probabile del danno erariale, eventualmente effettuato. Alla Corte dei Conti , l’ardua sentenza!!!