NARO. E’ massiccio il numero di fedeli che ogni anno raggiunge Naro in occasione della Festa di San Calogero, in programma oggi nel centro agrigentino. Alle 11 è iniziata la processione con la statua del santo sulla cosiddetta “Straula” fino alla Chiesa Madre. Alle 12 la Santa messa in onore del santo e alle 21,30 il concerto musicale del complesso bandistico “Santo Stefano Protomartire” di Aci Bonaccorsi.
Domani martedì 19 giugno, alle 19, la processione della statua – risalente al 1566, opera dello scultore Francesco Frazzotta di Militello – dalla Chiesa Madre al santuario, con santa messa in piazza Roma e fuochi d’artificio. Domenica 24 un’altra processione. La festa è organizzata dall’Amministrazione comunale, dall’Opera Don Guanella e dagli Amici di San Calogero. Previsti anche momenti d’intrattenimento e musica.
La proclamazione di San Calogero a Patrono di Naro risale al 1626, anno in cui il Santo ottenne per la città la Grazia di Dio di porre fine al flagello della peste. La cittadina lega il nome del Santo a quello di Suor Serafina Pulcella Lucchesi. La peste era entrata a Palermo nel giugno 1624, la strage fu immensa e tutta l’Isola ne fu colpita. San Calogero apparve a Suor Serafina, per dirle che Dio si compiaceva di porre fine al flagello. Il popolo di Naro, per questa apparizione, portò la Statua del Santo per le strade della città e la peste scomparve. In un’altra occasione, Naro sperimentò il patrocinio di San Calogero. Fu nel 1693, durante il terribile terremoto che dal 9 all’11 gennaio distrusse più di sessanta paesi, facendo sessantamila vittime. Naro ne fu preservata e la popolazione vi riconobbe la protezione del suo grande Patrono. Ogni anno si ricorda questo evento con una processione l’11 gennaio. Due tradizioni sono legate alla festa: la benedizione e distribuzione del pane votivo, che può avere forme diverse a seconda della Grazia ricevuta dalla persona che decide di farlo preparare. i “viaggi scalzi”. Già a partire dal 18 maggio, inizio del mese di festeggiamenti, centinaia di fedeli a piedi scalzi iniziano ad arrivare al Santuario, anche da fuori paese.