LAMPEDUSA. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, “tuona” contro “l’industria dell’immigrato” ed annuncia misure restrittive per arginare il fenomeno che ha fatto le fortune di pochi a discapito dell’accoglienza vera e propria di migranti che approdano a Lampedusa, porta d’Europa. E lo fa da un palcoscenico privilegiato come quello allestito in occasione della terza edizione di “Lampedus’amore”, una tre giorni dedicata alla giornalista Cristiana Matano, corrispondente del giornale di Sicilia, moglie del caporedattore Filippo Mulè che si è conclusa proprio ieri sera con la consegna dei premi ai vincitori.
“Noi dobbiamo porre fine alle ignobili speculazioni che alcuni nostri conterranei in Sicilia hanno fatto sulla pelle di questi disperati – ha detto il governatore siciliano in visita nell’isola delle Pelagie. Ecco in Sicilia l’industria dell’immigrato ha fatto tante fortune – ha aggiunto Musumeci – adesso speriamo di poter porre fine a questo mercato. Dopodiché bisogna capire cosa farà l’Europa, le competenze non sono regionali, ma sono comunitarie e noi dobbiamo cominciare ad avviare una seria politica di cooperazione in Africa perché se quelle terre si privano di braccia, di fosforo, di energie, resteranno sempre più povere», ha sottolineato Musumeci”.
Il governatore, ha fatto anche un sopralluogo al centro di accoglienza per migranti di contrada Imbriacola e poi ha incontrato in municipio sindaco, giunta e consiglieri per discutere delle emergenze dell’isola.
“Il messaggio che passa è che i migranti fanno terrore e gli italiani hanno paura – ha detto il sindaco dell’isola delle Pelagie, Totò Martello – rischiamo di andare verso una deriva culturale. Qua a Lampedusa non sappiamo cosa fare se dovessero improvvisamente sbarcare 500 migranti, al vecchio governo chiedevo di essere ricevuto e mi dicevano di aspettare il nuovo governo. Ho chiesto al ministero per l’Interno più volte di capire cosa si deve fare con l’hotspot di Lampedusa – ha aggiunto il sindaco – che è stato chiuso, e non ho mai ricevuto risposta”.