L’Associazione “Italia Nostra” di Agrigento parteciperà alla marcia per il Colle di Agrigento indetta per venerdì 3 novembre. «Riteniamo – spiega la responsabile di Agrigento, avv. AdeleFalcetta – che occorra una seria e fattiva mobilitazione di tutte lecomponenti della società agrigentina, affinché si senta, in modo forte e chiaro, l’indignazione per la situazione gravissima e incredibile di pericolo che si è venuta a creare. Ricordiamo, anche se non ce ne sarebbe bisogno, che la Cattedrale di una diocesi costituisce un punto di riferimento importante non solo per i credenti, ma anche per chi credente non è, in quanto componente essenziale della memoria storica di un territorio. E a versare in grave stato di pericolo – prosegue la responsabile Falcetta – non è
solo la nostra preziosa Cattedrale, ma un intero abitato: parliamo di vite e di risorse economiche di tante famiglie». Accanto a una situazione di promesse non mantenute vi è chi, da anni è riuscito a valorizzare e rivitalizzare il centro storico. «Il Museo diocesano – precisa la responsabile di Agrigento di Italia
Nostra –, ubicato in via Duomo, negli ultimi anni ha ricevuto migliaia di visite e costituisce un importante fattore di rivitalizzazione del nostro centro storico».
Anche la Cna aderisce alla marcia e prendono posizione rispetto alla paventata chiusura della via XXV Aprile a causa dello scivolamento della collina sui cui insistono la Cattedrale di San Gerlando, il Seminario e una importante fetta del centro storico.
“Andiamo oltre l’indignazione. Uniamo le forze sociali, sindacali, ecclesiali, economiche e dell’associazionismo per difendere, tutti assieme, l’identità culturale e religiosa del territorio, la nostra gente e le attività artigianali e commerciali. Le conseguenze, legate ad una eventuale evacuazione, sarebbero nefaste per le famiglie, per l’intera comunità cristiana e per il tessuto produttivo – affermano il presidente della sede locale, Emanuele Farruggia, e il presidente provinciale, Mimmo Randisi – e allora muoviamoci in modo sinergico, organico ed incisivo, consapevoli di trovare il consenso da parte di tutti: a cominciare dalle altre organizzazioni datoriali. La Cna parteciperà ovviamente alla fiaccolata, organizzata per venerdì pomeriggio, ma questo momento rappresenti il primo passo verso un’ unità d’intenti, per l’avvio di un nuovo percorso, condiviso e unitario, che ci veda impegnati, accanto all’Arcidiocesi e al Cardinale Montenegro, in questa importante battaglia, da portare subito all’attenzione del prossimo governo di Palazzo d’Orleans”.
“Andiamo oltre l’indignazione. Uniamo le forze sociali, sindacali, ecclesiali, economiche e dell’associazionismo per difendere, tutti assieme, l’identità culturale e religiosa del territorio, la nostra gente e le attività artigianali e commerciali. Le conseguenze, legate ad una eventuale evacuazione, sarebbero nefaste per le famiglie, per l’intera comunità cristiana e per il tessuto produttivo – affermano il presidente della sede locale, Emanuele Farruggia, e il presidente provinciale, Mimmo Randisi – e allora muoviamoci in modo sinergico, organico ed incisivo, consapevoli di trovare il consenso da parte di tutti: a cominciare dalle altre organizzazioni datoriali. La Cna parteciperà ovviamente alla fiaccolata, organizzata per venerdì pomeriggio, ma questo momento rappresenti il primo passo verso un’ unità d’intenti, per l’avvio di un nuovo percorso, condiviso e unitario, che ci veda impegnati, accanto all’Arcidiocesi e al Cardinale Montenegro, in questa importante battaglia, da portare subito all’attenzione del prossimo governo di Palazzo d’Orleans”.
“Il nostro sostegno sarà massimo – concludono Farruggia e Randisi – e sin d’ora assicuriamo anche il coinvolgimento dei vertici regionali della nostra Confederazione, con in testa il segretario Giglione e il presidente Battiato, per dare maggiore forza all’interlocuzione con le rinnovate Istituzioni politiche siciliane”.