Ancora cumuli di rifiuti in strada a Porto Empedocle
L’Assessore: Abbiamo inviato una nota alle ditte ma non ci hanno ascoltati.
CGIL : una soluzione va trovata
Lo schifo rappresentato da cumuli di rifiuti in strada non raccolti da giorni e giorni continua a Porto Empedocle. Sono passati ormai oltre due anni dall’esplosione dell’emergenza rifiuti sotto gli allora Commissari straordinari e soltanto in maniera temporanea, nonostante la nuova raccolta differenziata porta a porta, la crisi viene ogni tanto tamponata.
La situazione è abbastanza semplice da descrivere, le casse del Comune sono a secco, non si possono pagare neppure gli stipendi ai dipendenti, mentre le ditte avanzano secondo l’Amministrazione comunale, ben 6 fatture per i servizi erogati.
I netturbini non percepiscono lo stipendio perché le ditte non lo erogano, oltre le due mensilità previste dal contratto, in attesa dei fondi che dovrebbero giungere dalla bollettazione Tari che in città circa il 50% dei contribuenti però non paga.
Avviene così che chi paga si ritrovi beffato due volte, primo perché paga e altri no, secondo che il servizio viene fatto male a causa di scioperi e sit-in.
Ad avere la delega di Assessore all’Ecologia c’è Totò Baiamonte, un instancabile ottimista, da quasi due anni tenta di sopperire a una situazione tragica, ma nonostante appunto il suo “ottimismo” la situazione è restata disperata.
“I cumuli la scorsa settimana sono aumentati – ha risposto l’Assessore Baiamonte – a causa dei ritardi nella raccolta, dovuti allo stato di agitazione dei netturbini che vorrebbero gli stipendi arretrati dalle ditte. Anche sulle giornate del secco residuo c’è stata un’influenza negativa. La scorsa settimana come Amministrazione abbiamo inviato una nota alle ditte per togliere i cumuli, ma ciò non è stato fatto. Stamattina in occasione di un nuovo sit-in abbiamo rinviato una nuova nota, dove dovranno anche spiegarci, perché già la scorsa settimana non l’hanno fatto. Per quanto riguarda la discarica di Catanzaro, dove conferiamo il secco residuo in questi giorni si conferisce regolarmente. A Sicilfert che si occupa dell’umido, siamo invece riusciti a pagare due mensilità, da circa 11 mila euro in media e per ora si può conferire”.
Una bella gatta da pelare per l’Amministrazione che però riguarda l’intera comunità, con particolare sensibilità tutti coloro che operano nel settore della ristorazione e soprattutto del turismo, infatti in queste condizioni la stagione turistica è a rischio. Stranamente però non si sono costituiti dei comitati civici del centro storico, come quando invece la minaccia proveniva dal centro di prima accoglienza per i migranti minori, a pochi passi dalla via Roma. Difficile immaginare che quel problema per i turisti che visitano Porto Empedocle, fosse più grave di tonnellate di immondizia per strada. Ovviamente il sindacato resta al fianco dei lavoratori senza stipendio da mesi, come confermato da Alfonso Buscemi della CGIL.
“Sappiamo che il problema non è sorto con questa nuova Amministrazione che lo ha ereditato – ha affermato Buscemi – ma ci chiediamo come intende risolverlo. Non stiamo parlando di una giunta in carica da una o due settimane. C’è il dovere di proporre delle soluzioni, questa Amministrazione deve avere uno scatto di reni e comprendere come uscire dalla situazione di dissesto. Quando tempo serve ancora per programmare e appianare questo contesto? Lo riconosciamo è difficilissimo, ma delle soluzioni vanno trovate”.
Una vicenda ogni giorno più difficile, soprattutto con l’arrivo del caldo estivo che però sorge da scelte scellerate dello Stato che ha accettato il principio “Made in Unione Europea”, che i servizi essenziali debbano essere corrisposti per intero dai cittadini. Uno Stato che forse ha dimenticato come in provincie come Agrigento, la disoccupazione si aggira intorno al 25% e che le famiglie prima di avere l’emergenza di pagare la tassa sui rifiuti, hanno spesso quella di far combaciare il pranzo con la cena.
Un’Europa che difficilmente potrà andare avanti, per supposizioni sostenute da stati ricchi che troppo poca considerazione hanno fin qui avuto, delle situazioni strutturali e subculturali, di cui alcune regioni del Mediterraneo sono vittime. Fino ad allora il rischio è quello di dover assistere ad amministrazioni comunali alle prese con situazioni sempre più insostenibili, in una terra già in agonia da tempo.
Calogero Conigliaro