LICATA. Il Comune di Licata è al “verde”. Non c’è un euro in cassa e la tesoreria comunale, che opera in regime di “prorogatio” perché alla nuova gara per aggiudicarsi il servizio, rimanda indietro anche gli atti di “precetto”, i cosiddetti “pignoramenti”. L’ente ha inoltre una forte esposizione bancaria con la banca San Francesco dovuta al fido concesso come anticipazione di cassa e la situazione è drammatica. A farne le spese sono i fornitori che attendono anche anni prima di potersi vedere pagate le fatture emesse.
Il saldo negativo di cassa è venuto fuori dopo che la tesoreria ha rimandato al mittente una ingiunzione di pagamento. Un licatese che, dopo aver vinto la causa intentata al Comune in relazione ai danni subiti in occasione dell’alluvione del 2013, ha ottenuto un risarcimento. L’uomo ha presentato l’atto di precetto all’ente, ma senza ottenere ciò che gli spetta in virtù di una sentenza. Quindi si è determinato a pignorare la somma che il Comune gli deve presso la tesoreria. A questo punto gli è arrivata una risposta negativa: la banca ha risposto al legale del licatese rilevando che il saldo del conto del Comune è negativo, perciò non c’è alcuna cifra che può essere pignorata per soddisfare la legittima richiesta dell’uomo.
Una situazione che accomuna anche altri creditori del Comune. L’ente spesso è costretto a difendersi dalle istanze risarcitorie di chi si rivolge ad un giudice per ottenere quanto gli spetta per forniture o lavori eseguiti per conto della pubblica amministrazione. Ma tra i creditori non ci sono solo privati cittadini ed aziende. Ci sono anche società pubbliche come la Dedalo ambiente Spa in liquidazione. La società d’ambito, che fino allo scorso anno ha gestito la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in città, ha presentato due decreti ingiuntivi chiedendo la liquidazione complessiva di una somma che si aggira attorno ad un milione e 800.000 euro. Il primo ha un importo pari a 591.289 euro, il secondo di 1.192.021 euro. L’importo complessivo che l’Ato Ag3 pretende dal Comune di Licata è dunque pari a 1.789.310 euro. Il Comune si è opposto ai due decreti ingiuntivi nominando l’avvocato Rino Mazzone del foro di Catania, ed impegnando complessivamente, per la parcella del legale relativa ai due incarichi una somma pari a 3.000 euro. Ma non sarebbe solo questo il debito nei confronti della società d’ambito che ormai non ha nessun compito gestionale, ha ceduto i mezzi ed ha eseguito il passaggio dei propri dipendenti alla Srr Ato 4 Agrigento est e adesso attende solo il passaggio della liquidazione affidata al commissario Rosario Miceli. Prima di questa ingiunzione di pagamento, la Dedalo aveva citato il Comune, con un ricorso per decreto ingiuntivo, davanti al Tribunale di Palermo, chiedendo quasi un milione di euro. Somme a titolo di “quote a carico del Comune per la copertura di perdite d’esercizio relative agli anni 2008, 2010, 2011,2012, 2013 e 2014”. La somma chiesta dall’Ato Ag3 è stata per l’esattezza, pari a 924.499 euro. Anche in questo caso il Comune si è opposto al decreto ingiuntivo ed ha affidato l’incarico all’avvocato Rino Mazzone del foro di Catania che percepirà una parcella complessiva di 2.500 euro. Sono somme che la Dedalo ambiente in liquidazione ha richiesto e che fanno parte di un lungo contenzioso che si trascina ormai da anni. Il Comune di Licata deve però incassare i trasferimenti da parte dello Stato e della Regione che sono sempre di meno. E ricevere il saldo delle spettanze per le imposte locali versate dai cittadini dalla società Municipia, che fino al 31 dicembre 2017 ha gestito il servizio di accertamento e riscossione dei tributi. Alla fine dello scorso anni, in prossimità della scadenza dell’appalto, il commissario Brandara aveva deliberato il ritorno alla gestione diretta del servizio di Riscossione dei tributi. Il provvedimento riguarda le entrate tributarie che con contratto del 16 novembre 2012 erano state affidate alla Rti: Società Engineering Tributi Srl (Studi e Servizi alle Imprese) poi trasformata in Municipia, ed in particolare dell’Imposta Comunale sugli Immobili (Ici e Imu), Tassa Smaltimento Rifiuti Solidi Urbani (Tarsu), Canone Occupazione Suolo Pubblico (Tosap – Cosap); Imposta Comunale sulla Pubblicità, Diritti sulle Pubbliche Affissioni, Occupazione Sine Titulo.