Lampedusa, acqua sporca in mare: 13 indagati. Nicolini: “Chiederò al pm di sentirmi”.
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“Io indagata? Ma se non ci fossi stata io non sarebbero mai partiti i lavori, non si sarebbe mai parlato di depuratore. Il mio impegno è stato massimo. In ogni caso, appena leggerò le carte, chiederò subito alla Procura di essere ascoltata”.
Lo ha detto all’Adnkronos Giusi Nicolini, l’ex sindaca di Lampedusa commentando l’avviso di garanzia ricevuto “come atto dovuto”, come spiega anche il Procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato al sequestro dell’impianto di depurazione.
Poi Nicolini spiega: “Questo appalto non è stato fatto dal Comune di Lampedusa, ma da una struttura commissariare. C’era un soggetto attuatore e una struttura apposita realizzata dopo i fondi, 26 milioni di euro, erogati dal Governo Berlusconi nel 2011. In teoria questo lavoro doveva essere fatto con procedura d’urgenza, ma in realtà i lavori sono iniziati con netto ritardo e mai finiti”.
“In realtà – dice ancora Giusi Nicolini – il depuratore a Lampedusa non c’è mai stato perché anche la vecchia struttura non depurava, non era solo un problema di sottodimensionamento”. “Con l’ordinanza di Berlusconi del 2011 i fondi non vennero dati al Comune di Lampedusa ma a un soggetto attuatore presso la Regione siciliana, che si è occupata anche della progettazione, l’esecuzione e la direzione dei lavori. Il mio ruolo era solo quello di spingere queste pratiche…”.
I lavori del depuratore sono iniziati nel 2015. “E dovevano terminare nel marzo 2017, poi la fine dei lavori è stata rinviata al dicembre 2017, ma evidentemente è ancora tutto fermo”.
“Chiederò di essere sentita immediatamente dai pm – dice ancora Giusi Nicolini – Io ho trovato quell’inquinamento e anzi l’ho fronteggiato. Certo, con interventi emergenziali. E’ ovvio che nulla poteva essere fatto per eliminarlo senza l’impianto nuovo. Il mio impegno è stato massimo nel sollecitare la progettazione per fare partire questo lavoro, che era complesso”.
13 GLI INDAGATI – Gli indagati, che ieri, contestualmente al sequestro del depuratore, hanno ricevuto gli avvisi di garanzia, sono tredici. Nella lista anche l’ex sindaco Giusi Nicolini, che non è stata riconfermata alle elezioni dello scorso anno; Maurizio Pirillo, 56 anni, ex direttore generale del Dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione Sicila; Felice Ajello, 60 anni, direttore dei servizi attuativi della gestione del servizio idrico della Regione; Salvatore Stagno, 47 anni, responsabile unico del procedimento relativo al rinnovo del depuratore; Giuseppe Tornabene, 64 anni, direttore dei lavori; Giuseppe Dragotta, 62 anni, direttore dei lavori; Manlio Maraventano, 50 anni, ex dirigente dell’Utc di Lampedusa; Francesco Brignone, 55 anni, ex dirigente Utc; Calogero Fiorentino, 61 anni, ex dirigente dell’Utc; Sonja Nunziatina Cannizzo, 48 anni, amministratore della Nuroni Srl, società che avrebbe dovuto realizzare il nuovo depuratore dell’isola; Luigi Fidone, 43 anni, direttore tecnico della Nuroni, e Giovanna Taormina, rappresentante della Epilscan, società che si occupava del conferimento dei rifiuti sull’isola che avrebbe creato una enorme discarica abusiva.
Le ipotesi di reato contestate sono di inquinamento ambientale, falso, truffa, omissione d’atti d’ufficio e frode in pubbliche forniture. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati ieri dal procuratore Luigi Patronaggio e dal pubblico ministero Alessandra Russo nel corso di una conferenza stampa alla quale ha preso parte anche il tenente colonnello Giovanni Pellegrino, comandante provinciale dei carabinieri. (IL VIDEO DEL FONDALE)
“È da tempo – ha detto Patronaggio – che controlliamo la situazione di Lampedusa. Dal 2012 il vecchio depuratore non funziona più. È una situazione che, nel tempo, si è sempre più aggravata, le opere che dovevano essere effettuate non sono state realizzate e oggi abbiamo una situazione di estrema gravità. I batteri fecali presenti in acqua sono 10 mila volte superiori a quelli previsti dalle tabelle. E questo è un dato che ha comportato il sequestro preventivo“. Patronaggio ha aggiunto: “Abbiamo dovuto necessariamente inviare le informazioni di garanzia a tutti gli amministratori che si sono succeduti dal 2012 ad oggi proprio perché vogliamo capire se ci sono state omissioni penalmente rilevanti”. Allarme anche per il possibile divieto di balneazione. Il pm Russo ha precisato che l’attivazione del nuovo depuratore sarebbe prevista “entro un paio di anni“.
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