Gli amanti del Birdwatching, cioè l’osservazione degli uccelli liberi in natura, nella splendida Isola di Lampedusa potranno sbizzarrirsi.
Il Birdwatching, per chi lo pratica, è una passione straordinaria che può conquistare e avvincere chiunque, grandi e bambini. Un’infinita scoperta, perché infinite sono le specie di uccelli da osservare.
Nella più grande delle Pelagie, questo è possibile, perchè ci troviamo esattamente nella rotta delle migrazioni tra Europa e Africa, nel cuore del Mediterraneo, tappa apprezzata anche da uccelli di passaggio.
Ci si può imbattere in splendidi esemplari di fenicottero rosa, falco pellegrino, airone cenerino, o ancora pellicani, cormorani. È possibile incontrare l’Usignolo d’Africa, che si distingue dall’usignolo comune per una colorazione che tende maggiormente all’olivastro e per alcune macchiette scure sulla gola e sul petto, o l’upupa dal piumaggio inconfondibile, marrone molto chiaro nella parte superiore e a strisce orizzontali bianco-nere nella parte inferiore. Per praticare il Birdwatching sono essenziali un binocolo e una guida di riconoscimento.
Ma c’è chi decide di immortalare, attraverso la fotografia, le splendidi immagini di uccelli che mostrano tutta la bellezza ed espressività. Uno spettacolo nello spettacolo, soprattutto per i naturalisti che negli anni si sono imbattuti in specie diverse riuscendo, con le loro capacità e gli strumenti adatti, a cogliere i momenti più belli e le movenze più significative dei volatili e non solo. E’ il caso di Antonio Vanadia, grande conoscitore della natura e degli animali, secondo cui il ”pezzo forte” dell’avifauna migratoria lampedusana, è rappresentato dal ”falco della regina” che parte dall’isola di Madagascar per nidificare sulle falesie di Capo Ponente.
Vanadia, conobbe Lampedusa in tutta la sua bellezza nel lontano luglio 1969 dove, come afferma lo stesso, non esistevano alberghi, gelaterie, ristoranti, negozi, aeroporto e porto e si arrivava con un piccolo piroscafo. “Allora, dichiara, il mare era generosissimo, bastava girare al mattino nei magazzini di cala salina e del piccolo porto per rimanere storditi, era un tripudio di abbondanza, spiccavano per bellezza e grandezza grandi aragoste che facevano scattare le code producendo un suono secco di nacchere, ciclopici astici protendevano le loro enormi chele, grandi e profonde ceste di vimini contenevano enormi ricciole, pagri e dentici di dimensioni inusitate. E poi il mare, le spiagge, le cale ancora non avevano conosciuto l’ingiuria, lo stupro del cemento. A Lampedusa, di integro è rimasto solo lo scampolo della spiaggia dell’isola dei Conigli, luoghi fatati, leggiadri e stupendi come la ”tabaccara” e ”cala pulcino, da maggio a ottobre, vengono trasformati in congestionate darsene per la nautica da diporto”.
E da un amante e conoscitore della natura ad un altro, di cui vi proponiamo bellissimi scatti…Sono quelli di Aldo Lauricella, dall’Isola di Lampedusa.