La Dda, Direzione Distrettuale Antimafia, ha chiesto la confisca dei beni di Francesco Ribisi, considerato il numero 2 di Cosa Nostra.
Si tratta di tre appartamenti, alcuni appezzamenti di terreno, due ditte individuali che operano nel settore del commercio e cinque fra conti correnti e rapporti bancari. Nei confronti di Ribisi pende un processo “bis” in Cassazione dove la condanna a 15 anni e 4 mesi potrà, al massimo, essere solo in parte rideterminata. Ieri, davanti ai giudici della prima sezione penale misure di prevenzione si è celebrata l’udienza nella quale il pm ha chiesto l’applicazione per cinque anni (pena massima) della sorveglianza speciale.
Per quanto riguarda la confisca delle proprietà, secondo i difensori, si tratta di beni “del tutto proporzionati ai redditi dichiarati” e che non sono stati acquisiti in ragione dell’appartenenza di Ribisi a Cosa Nostra.