di Eugenio Cairone
I tifosi dell’Akragas non ci stanno a subire in silenzio. Assolutamente NO.
La rabbia adesso si tocca con mano.
Civilmente ma con fermezza “protestano” per sensibilizzare coloro dai quali dipende la “salvezza” della squadra dopo la salvezza sul campo raggiunta appena qualche settimana fa.
Davanti allo stadio, nello stesso punto dove hanno cantato e ballato dopo la partita con il Melfi, si sono dati appuntamento i fedelissimi, gli stessi che ogni domenica sono stati presenti in Curva o in Tribuna orgogliosi di tifare per l’Akragas dei sogni che dopo essere arrivata a conquistare la serie che conta nel calcio non deve assolutamente perderla.
I tifosi, per questo motivo lanciano un appello accorato, in primo luogo a Marcello Giavarini a non mollare. Finora tra alti e bassi, l’Akragas è riuscita a tenere alto il nome di Agrigento.
C’è riuscita, malgrado la prima parte del campionato da dimenticare. C’è riuscita con i giovani che si sono trasformati in “Giganti”
Adesso, però, la noia dei comunicati che annunciano un funerale che nessuno vuol vedere celebrare. Allora, “E’ giusto mantenere calda la passione” come ha detto un tifoso ai microfoni di TVA.
Un altro tifoso per eccellenza, Mario Passarello, l’uomo che ha creato con la sua auto dipinta di biancoazzurro una sorta di museo itinerante dell’Akragas, ha esortato Giavarini, quasi pregandolo, di non “abbandonare il figlio malato”.
Staremo a vedere se a prevalere sarà l’amore per la squadra e per la città. Intanto a perdere è sicuramente la politica come al solito “latitante”.
Eugenio Cairone
FOTO – I tifosi dell’Akragas: al centro Lillo Ministeri, a sinistra Dario Ciccarello, a destra Salvatore Bottone.