La serie B, nella pallacanestro come nel calcio, può rappresentare il luogo perfetto dove crescere con fame ed entusiasmo. B come Bomber e Simone Pepe lo è stato nella squadra della sua città natale, Pescara.
Poi, a volte, accade che il tuo nome finisca nell’agenda di qualcuno che decide di puntare su di te per pensare un po’ più in alto. Questo è ciò che è accaduto a Simone Pepe, quando il D.S. della Fortitudo Moncada Agrigento, Christian Mayer, decideva di tesserarlo per il nuovo corso della squadra. Il pescarese, che già nella pre-season aveva messo in mostra il suo potenziale, non delude le aspettative e, a poco a poco, diventa uno dei pilastri del gioco di coach Franco Ciani che lo utilizza soprattutto in qualità di changing game man. Nella partita vinta contro la NPC Rieti ha messo a referto 16 punti, sesta miglior performance di questa stagione. La sua media parla di oltre 11 punti a partita con il 35% da tre giocando una media di 18.4 minuti a partita.
Intervenuto alla trasmissione SportLive, Simone Pepe ha detto: “era una partita fondamentale, (…) abbiamo approcciato in maniera ottima andando avanti di molti punti, per noi era fondamentale vincere, per andare due a zero con Rieti, per agganciare Trapani, (…) per noi sono tutte finali. In sei partite può succedere di tutto, puoi puntare al massimo come trovarti in un momento di difficoltà. Io ho fatto quello che richiedeva il momento, era un momento in cui dovevamo reagire, per me è stata una settimana bellissima per la nascita di mio figlio, quindi volevo onorare anche questo”.
Sul suo futuro e all’eventualità di un’altra stagione in maglia Fortitudo, Simone ha detto: “Mi trovo molto bene qui, le valutazioni si faranno più in là, adesso siamo concentrati sui nostri obiettivi”.
Circa il suo impiego da parte di coach Franco Ciani: “La carica la trovo negli occhi dei miei compagni perché quando si entra da dietro vuol dire che, soprattutto in un momento di difficoltà, c’è bisogno di una scossa e la scossa uno cerca sempre di darla facendo bene le cose che sa fare. Io so qual è il mio ruolo dall’inizio dell’anno (…) non
mi pesa per niente non entrare in quintetto (…) quando sono chiamato in causa cerco di dare il meglio per far vincere la squadra”.
Ormai anche gli avversari hanno preso coscienza della pericolosità offensiva di Pepe: quando domenica è entrato in campo, il coach di Rieti, Alessandro Rossi, ha subito fatto segno ai suoi di fare attenzione (“occhio che tira da tre”).
Ad ogni modo, Simone Pepe è diventato uno dei beniamini del pubblico del PalaMoncada perché, oltre alla bravura, ha sempre messo in campo tanta grinta e voglia di vincere. Proprio in virtù di questa sua capacità di entrare in campo deciso e risoluto, che Simone Pepe può essere definito “the enforcer” ovvero l’esecutore che in maniera energica ed efficace spacca la partita in due e fa la differenza nel momento topico più difficile.